Atto I - L'inizio della Fine

Anche io mi unisco al brindisi, almeno per assicurarmi che l'oste abbia seguito le mie indicazioni e ci abbia servito un vino leggero.

"Ad Ancona, ed al nostro nuovo amico!"

Dopo aver ascoltato le parole di Ubertino, alzo a mia volta il bicchiere per brindare e sorseggio una generosa dose di Rosso Piceno per non sfigurare con lui, quindi lo invito ad accompagnarci "Ottimo questo rosso, Ubertino. Confido che ci guiderete in questo luogo che, da come lo descrivete, sembra davvero affascinante. Saremo lieti di ricompensarvi per il disturbo"

"affare fatto! una cassa intera tutta per voi se ci accompagnerete, magari subito, sono proprio impaziente di andarci" e brindo di nuovo con lui come a suggellare l’accordo.

Avevo appena appoggiato il bicchiere, lasciato quasi intatto, quando il nuovo brindisi mi costringe a rialzarlo, ancora una volta mi limito ad un assaggio molto piccolo, il vino è buono ma forte e la paura di restare annebbiato non mi aggrada.

Comunque rincaro la dose e dico per dar man forte a Italo
Ci può contare Ubertino, una cassa tutta per lei, appena torniamo indietro. sorrido incoraggiante

"bhe credo che si possa fare! Allora forza e coraggio! Ubertino, chi osa vince! andiamo!!... E state tranquillo che staremo con voi e intanto che usciamo mi accordo con l'oste per le casse, immagino che potrete ritirarle dopo, forse portarle con noi potrebbero essere d'intralcio. Magari ci portiamo una bottiglia per festeggiare l'impresa. Che dite?" mi alzo con un senso d'impazienza ma anche un po' alticcio per i bicchieri tracannati. Guardo i compagni cercando un cenno d'intesa sull'accordo raggiunto.

Mentre i bicchieri si sollevano, non rimango indietro. Con un sorriso cauto, alzo il bicchiere, fiducioso che l'oste abbia effettivamente servito un vino meno forte come avevo chiesto. Dopo averne assaporato un sorso, il sapore leggero conferma che il mio accorgimento ha funzionato, permettendo a tutti di partecipare ai brindisi senza subire troppo gli effetti dell'alcol.

Con il piano in movimento e Ubertino incentivato dalla promessa del vino, tiro fuori il portafogli, pronto ad assicurarmi che le promesse fatte vengano mantenute.

Qundi mi azo, dando un cenno a Italo che sto andando dall'oste per sistemare la questione delle casse promesse a Ubertino. "Permettetemi di sistemare la situazione con l'oste, ed assicurare le due casse che il nostro ospite puo' recuperare con calma dopo averci accompagnato."

Anche io mi alzo seguendo l'esempio dei miei colleghi

facciamo due passi Umbertino. Il vino italiano è ottimo, ma noi siamo poco avvezzi... buon per voi, ne avrete di più ah ah ah....
Batto il palmo sul tavolo come a segnare la fine di questa sosta e indico la porta
ci accompagnate dinque?

Mi alzo, e seguo Giovanni
"La prego lasci fare a me, sa... mi sento un po' inutile dico syropicciandomi le mani fino ad ora ho fatto ben poco se non seguirvi. usando un tono più deciso che nn mi appartiene e son certo appare comico dico Lasciate che del conto me ne occupi io. poi la voce ricade nel mio tono abituale per favore... dico infine appianando una piega inesistente sulla giacca, in imbarazzo per il tono di prima

Mentre Ubertino ci accompagna, cerco di dare un senso ai racconti apparentemente fantastici dell'uomo. Con il sopracciglio alzato e una lieve espressione scettica, rifletto su quanto poco plausibili possano sembrare queste storie. Mi sembra di vivere la genesi di una leggenda popolare, dove un fondo di verità viene travisato ed esagerato.

Tuttavia, il riferimento a un "nano" risveglia una possibilità che non possiamo ignorare. Considerando la scomparsa dei nipoti di Mariani, inizio a sperare che, forse, il "nano" menzionato potrebbe non essere altro che uno dei ragazzi. Questo pensiero mi dà una nuova energia e uno scopo, spingendomi a mettere da parte i dubbi iniziali.

Nel tentativo di razionalizzare la presenza di un drago, "Potrebbe essere stata causata da un gioco di ombre... Un effetto visivo che avrebbe ingannato un uomo già confuso e probabilmente ubriaco," sussurro tra me e me. Questa spiegazione mi conforta leggermente, ma rimane l'iquietudine che qualcosa di sinistro possa nascondersi dietro queste visioni.

Intercetto il sussurro di Giovanni, che si somma alle mie riflessioni, e si intreccia col bizzarro racconto del sacrestano
se doveste dare una forma ad una *abominazione* un drago calzerebbe a pennello, non vi pare? Solo che alle parole di un avvinazzato e di un... faccio un gesto vago vicino alla tempia la gente non crede. Per loro fortuna, oserei dire

Cammino ancora un poco, rimuginare su una altra possibilità
oppure potrebbe essere che quei sotterranei custodiscano templi, del resto abbiamo visto alcuni reperti. Idoli esotici ed insoliti, che ad una mente debole e supertiziosa appaiono sotto forme mitologiche
Guardo I miei tre compagni cercando in loro suggerimenti e conforto

Il solo accennare a idoli esotici la mente torna alla strana statua vista.
Subito un senso di nausea mi attanaglia, forse ho bevuto troppo, dico tra me.
Cerco di spostare i miei pensieri su altre cose, osservo la strada le persone, osservo Ubertino.

Ascolto con attenzione i pensieri di Charles, raccogliendo gli indizi sparsi e cercando di trovare un filo conduttore che colleghi le storie così diverse di Ubertino e il vescovo.

Sottovoce, rispondo a Charles: "Charles, potresti avere ragione. Le storie di Ubertino e dell'abominazione menzionata dal vescovo prima di morire potrebbero non essere semplici allucinazioni. La coincidenza tra l'abominazione e questo drago potrebbe indicare che stiamo ignorando un elemento comune, forse un'antica credenza o un culto dimenticato che è ancora attivo sotto la città."

Voltandomi poi verso Arthur con un'espressione rassicurante, cerco di alleggerire il carico emotivo che sembra opprimere il professore.

Parlo in modo chiaro al nostro amico americano, ma senza farmi sentire da Ubertino, per evitare di allarmare la nostra guida:
"Arthur, c'e' qualcosa che ti inquieta? Questi dettagli possono sembrare inquietanti, ma ricordati che non sei solo in questo. Insieme possiamo cercare di capire senza lasciare che il timore prenda il sopravvento. Concentriamoci su ciò che possiamo fare, e investighiamo con prudenza."

Guardo Giovanno e accenno un sorriso un po' forzato.

Grazie, va tutto bene, mi sa che ho.. solo ecceduto nel bere, non sono un gran bevitore. Poi...

faccio per accennate alla statua, ma il mio io razionale esclude il fatto che una statua possa creare un tale malessere, quindi in tono un po' più risoluto dico

Poi abbiamo I ragazzi da trovare, un po' di malessere nn deve rallentarci, va tutto bene, davvero grazie mille accompagno la frase con un gesto della mano per sottolineare la cosa e sorrido, questa volta in maniera più convinta

"Capisco, Arthur. Comunque, se in qualsiasi momento ti senti che il malessere aumenta, non c'è alcuna vergogna nel prendersi un momento per riposare."

Affianco Umbertino che ci fa strada, e con la scusa di assicurarmi che il gruppo resto compatto mi volto per vedere se qualcuno ci sta osservando