Atto I - L'inizio della Fine

immagino che non intenda entrare da un tombino in piazza... qualcuno di noi può distrarre i poliziotti. Uno straniero come me potrebbe aver bisogno del loro aiuto: che sia per una informazione o perchè ha smarrito qualcosa. Potrebbe darvi agio di allontanarvi quanto basta con Umertino, e ritrovarci poi a casa
sussurro agli altri cercando di non farmi sentire dalla nostra guida

Faccio un cenno di intesa alle parole di Charles, quindi mi avvicino cautamente a Ubertino e gli parlo con un tono basso e rassicurante. "Caro amico nostro, capisco che la presenza della polizia possa metterla a disagio, ma aspetteremo che il nostro compare distragga i poliziotti. Sarà questione di pochi minuti."

Con una mano sulle spalle di Ubertino per confortarlo, continuo, "Non ti preoccupare per il rumore, ci muoveremo silenziosamente e nessuno si accorgerà di noi. È importante per noi, e sarà veloce. Pensa al vino che ti aspetta dopo, e confida in noi come noi confidiamo in te."

Lancio uno sguardo complice ai miei compagni, segnalando di essere pronto ad agire non appena Charles avrà creato una distrazione. "Sarà come fare una passeggiata," dico rivolgendomi alla nostra guida. "Una volta fatto, potrai rilassarti e goderti il tuo premio."

Mi affianco a mia volta ad Ubertino. Concordo con Giovanni, attendiamo che Charles distragga la pattuglia. Nel caso che ci intercettassero prima potremo sempre dire che stiamo accompagnando a casa il nostro compagno di bevute che è in difficoltà.

Vengo a dare una occhiata. Rimarrò qualche passo indietro, se i poliziotti si interessassero alla nostra passeggiata li potrò fermare come concordato. Ed in tal modo saprò dove passare per raggiungervi, nel caso. O sapremmo comunque dove si trova l'entrata nel caso fossimo costretti a rimandare
Mi appoggio al bastone come se fossi un poco provato dalla passeggiata e dalla calda giornata

"molto bene Ubertino, allora andiamoci. Fateci vedere bene il passaggio." mi premuro di fare un paio di passi per nascondere il gesto del nostro amico dalla vista delle guardie.

Mi rivolgo ai miei compagni con un tono basso e discreto. "Attendetemi un momento qui con il nostro amico," dico, osservando attentamente la direzione indicata da Ubertino. "Vado a vedere cosa c'è là dove ha puntato. C'è troppa gente ora, e voglio assicurarci di non perdere questa pista."

Detto questo, mi allontano con passo misurato, facendo finta di essere semplicemente uno dei tanti passanti, mentre in realtà mi dirigo verso l'area indicata da Ubertino, cercando di identificare qualsiasi possibile ingresso o segno distintivo che possa rivelare l'accesso ai cunicoli menzionato dal senzatetto.

Ringrazio con un cenno del capo Giovanni e accenno un sorriso nella sua direzione.
Seguo quindi il discorso dei miei compagni e a mia volta guardo verso il luogo indicato, ma come tutti, a causa della molta gente non riesco a scorgere nulla di interessante.
Mi avvicino a mia volta ad Ubertino, e quindi osservo Giovanni avanzare da solo, una parte di me lo invidia, sapendo che difficilmente avrei lo stesso coraggio.

Dopo aver esaminato l'area indicata da Ubertino, mi faccio strada con cautela attraverso la folla, tornando verso i miei compagni. L'espressione sul mio volto è seria e rivelatrice. "Ho trovato quello che penso sia l'accesso," inizio, abbassando la voce mentre mi riavvicino a loro. "È un grosso tombino. Con tutta questa gente e la polizia nei paraggi, tentare qualcosa di giorno sembra rischioso."

Guardando ognuno dei miei compagni negli occhi, cerco di valutare il loro stato d'animo e la loro determinazione. "Cosa ne pensate?"

Daremmo effettivamente nell'occhio. Speravo più banalmente in un canale, ma mettersi a sollevamento tombino richiederebbe presumo anche un attrezzo
il mostro amico non so quanto sia forzuto, ma tirnare con qualcosa per fare leva renderàpiu agevole il nostro ingresso.
Poi si affaccia un dubbio tuttavia se ogni notte si rifugia lì, la polizia sarà avvezza

Consulto il mio orologio da taschino, è tempo... la festa della contessina sarà di qui a poco e tutti i notabili saranno in una sola stanza, una occasione per capire meglio la vicenda
proponiamo al nostro amico un incontro notturno? O rimandiamo addirittura a domani, credo che con la promessa di una bevuta e di un pranzo non mancherà do farsi trovare

Concordo con voi Charles dico tranquillo

Lancio una occhiata in giro e poi verso il luogo indicato da Ubertino.

Alla peggio sappiamo dove andare domani.

Mentre Charles e Arthur riflettono sulla convenienza di posticipare l'esplorazione, annuisco comprendendo l'urgenza dell'impegno imminente alla festa della contessina. "Oggi il tempo è tiranno," ammetto con un mezzo sorriso. "Abbiamo un altro impegno che non possiamo trascurare, ma questo non significa dimenticarci di ciò che abbiamo scoperto."

Avvicinandomi a Ubertino con un gesto rassicurante, gli metto una mano sulla spalla. "Caro amico, stasera abbiamo un altro impegno e non potremo tornare qui con lei. Ma non si preoccupi," continuo, mantenendo un tono amichevole e sincero. "Domani saremo liberi e saremo felici di offrirle una cena come ringraziamento. Dopodiché, potremmo esplorare insieme questo posto misterioso."

Guardo Ubertino negli occhi, cercando di trasmettergli fiducia e sicurezza. "Le andrebbe di ritrovarci nella stessa osteria dove abbiamo brindato poco fa?"

"Comunque quel tombino mi lascia perplesso ,non riesco a capacitarmi di come possa riuscire a smuoverlo da solo, magari potremmo tornare stanotte da soli dopo la festa. Dovremmo solo trovare un piede di porco??" propongo a Charles e Arthur incamminandoci mentre Giovanni si congeda da Ubertino.

Ricambio il saluto del Colonnello, e ascolto con interesse i suoi consigli per la serata annuendo con rispetto e discrezione. "Grazie, Colonnello, per il prezioso avvertimento," rispondo con un tono misurato. "Saremo sicuramente attenti." Dopo scambio uno sguardo complice con i miei compagni: "Siamo molto curiosi di conoscere gli importanti invitati a questa serata."

Mentre senguo il Colonnello e i miei amici per attraversare il cancello della villa della Contessa, non posso fare a meno di riflettere sull'opulenza del luogo.

Queste alte mura, penso, potrebbero non solo proteggere gli ospiti illustri, ma anche celare inestimabili tesori artistici. La possibilità che dietro queste mura si nascondano opere d'arte di grande valore stuzzica la mia immaginazione e rafforza il mio interesse per la serata. Sarebbe affascinante scoprire che tipo di collezioni la Contessa ha potuto accumulare.