Atto I - L'inizio della Fine

Con un movimento calmo e silenzioso, richiudo la porta alle nostre spalle una volta che Italo e Rossi sono entrati nel salotto. Mi assicuro che sia ben ferma per evitare che eventuali ventate o movimenti improvvisi possano spalancarla.

Mantenendo la pistola saldamente impugnata, mi volto verso Rossi, abbassando leggermente la voce per non farla risuonare troppo nel silenzio inquietante della villa. "Iniziamo con il cercare le guardie rimaste," dico con un tono determinato, ma non privo di una certa tensione.

Senza perdere tempo, indico con un cenno della testa la porta alla destra della stanza. "Mi avvicinerò a quella porta e proverò a sentire se ci sono rumori dall’altra parte," spiego, mantenendo la calma e trasmettendo sicurezza. Il mio sguardo si posa poi su Italo e Rossi. "Voi potreste fare lo stesso con la porta di fronte. Così copriamo entrambe le possibilità."

Con un respiro profondo, mi avvicino alla porta di destra con passi leggeri, piegandomi leggermente sulle ginocchia per abbassare il baricentro e minimizzare i suoni dei suoi movimenti. Appoggio l’orecchio contro il legno della porta, la pistola sempre pronta, cercando di captare qualsiasi suono o movimento dall’altra parte.

Italo osserva Giovanni e Rossi dividersi con la precisione di chi è abituato a situazioni di questo tipo. Stringe la pistola con entrambe le mani, il pollice che accarezza il metallo freddo, cercando una calma che non sente del tutto. Avanza verso il centro della stanza, i passi lenti e misurati per evitare di far scricchiolare il pavimento.

Con un'occhiata alle teste impagliate alle pareti, sussurra appena, più per sé stesso che per gli altri:
"Se le guardie sono vigili quanto questi trofei, forse abbiamo qualche speranza."

Poi si gira verso Giovanni, pronto a seguire la prossima mossa e intanto sussurra ai compagni:"Farò da ponte tra le due porte. Se serve copertura, sarò qui." Mantiene lo sguardo fisso e le orecchie tese per captare il minimo segnale di pericolo.

con i nervi sempre piu tesi e incapace di resistere oltre senza fare nulla, con movimenti rigidi e controllati ripercorro centimetro dopo centimetro lo spazio che mi separa dalla finestra e tenendomi di lato al montante della stessa cerco di sbirciare all'interno della stanza, tendendo l'orecchio ad eventuali rumori-

sbirciare nella stanza

Osservo distrattamente uno dei lugubri trofei di caccia appesi alle pareti. Scambio un cenno di intesa con il mio amico giornalista, silenzioso ma eloquente. L'aria intorno è densa di attesa, simile a quella che precede il momento in cui un cacciatore è sul punto di scoccare il colpo decisivo. Mi sforzo di calmare il mio cuore, consapevole che ogni battito potrebbe sovrastare i flebili suoni provenienti da oltre la porta davanti a cui mi trovo. Con delicatezza, appoggio l’orecchio contro il legno, concentrandomi nel tentativo di captare ogni minimo rumore dall’altra parte, nella speranza di anticipare ciò che ci attende.

E' talmente appiattita contro la colonna che le sembra di farne parte, come se la pietra solida potesse infonderle resilienza. La mano che tiene in pugno l'arma le duole ma non ci bada; osserva invece Charles che incoscientemente arriva ad una finestra per spiarci dentro. Gli occhi grigi, pieni di inquietudine, percorrono la facciata della villa lussuosa che stona in quella terra semplice. Di certo i Ferrante sono una famiglia abbiente se possono permettersi un'abitazione del genere, per non parlare del servizio di vigilanza. Collezionista di libri, architetto...cos'altro? Ah, sostenitore di un nuovo partito politico in ascesa...ma a lei questo dice poco. Un uomo che non invecchia, anzi...peggio! Ringiovanisce.
La mente analitica di Lauren tenta di concentrarsi su particolari pratici per evitare di soccombere a quella sensazione, una stretta che avvolge lo stomaco e che cresce di minuto in minuto. Dove sono gli altri? Cosa stanno facendo? Il silenzio ha come unico suono il suo respiro.

Mi avvicino lentamente a Rossi, pistola in mano, e ascolto il suo sussurro. Annuisco, e poi sussurro a Italo e l'agente OVRA: "Rossi spalanca la porta. Noi entriamo, pistole in mano, minacciamo le guardie. Poi Rossi le addormenta con il cloroformio."

Con uno sguardo a Rossi per conferma, aggiungo a Italo: "Tu copri la sinistra, io la destra. Calmi e senza mosse brusche." Aspetto il segnale, mantenendo il sangue freddo.

[OOC: Se abbiamo dei passamontagna, li indossiamo.]

Le persiane non permettono di sbirciare all'interno, purtroppo le fessure non sono abbastanza larghe, o forse la stanza è troppo in penombra per consentirmi di cogliere qualcosa. Guardo il muro perimetrale della villa e tendo l'orecchio ad eventuali rumori provenienti dall'interno o dal retro. Del resto, se tutto è andato liscio, tra poco dovremmo avere il segnale di via libera dai nostri compagni. Di certo, i cani sono ancora a dormire, visto che non si stanno avvicinando

Quel....rumore. Lauren prende un respiro e rimane in apnea. Ha sentito bene, ne è certa. Guarda con insistenza nella direzione di Charles alla ricerca di una conferma, sgranando appena gli occhi grigi, in cui indecisione e timore si mischiano. Serra con ancora più forza il calcio della pistola. Che cosa deve fare? Una goccia di sudore scivola sulla tempia; l'asciuga distrattamente col dorso della mano. Scruta i dintorni alla ricerca di un riparo migliore...per cosa? Cosa farà se quella porta si aprirà all'improvviso e vedrà una guardia fuggire...o puntare un arma....

Con un cenno deciso a Giovanni, Italo si sposta rapido, come previsto, sul lato sinistro della stanza. La pistola saldamente puntata sull'uomo armato che li osserva, con gli occhi che tradiscono il panico di un animale braccato.
Senza esitare, la voce di Italo esce bassa ma carica di autorità:
"Giù le armi. Subito."
Il suo sguardo rimane fisso sull'avversario, valutando ogni minimo movimento. La postura è salda, pronta a reagire a qualsiasi tentativo di resistenza. Nel frattempo, con la coda dell'occhio monitora Rossi, preparandosi a coprirlo mentre si avvicina con il cloroformio.
"Non fare sciocchezze," aggiunge Italo, il tono sempre fermo ma calmo, cercando di trasmettere sicurezza nonostante la tensione che pesa nell'aria.

SONO ENTRATI
muovo le labbra in modo chiaro verso Laureen cosi che possa essere pronta. Non giungono spari e questo è un buon segno, le guardie non devono aver reagito. Ma estraggo ad ogni buon conto la pistola e mi riporto verso la porta di ingresso pronto ad ogni evenienza. Ormai all'interno della villa sanno della presenza di intrusi abbandono in parte il fare guardingo e mi porto allo stipite della porta pronto a fare a mia volta irruzione o ad accogliere chi dovesse scegliere di scappare per dare l'allarme

Mi sposto rapidamente sulla destra, mantenendo la pistola puntata verso la guardia. Il mio sguardo è freddo e determinato, una maschera che nasconde un turbinio di pensieri e tensione. Con la mano sinistra alzata, il palmo rivolto verso la guardia, tento di comunicare visivamente l'ordine di non fare mosse avventate.

"Fai come ti diciamo, e non ti succedera' nulla," aggiungo, senza distogliere lo sguardo dall'uomo. Mi muovo con passo laterale per avere una visuale chiara e per non sovrappormi a Rossi, che si sta preparando ad avvicinarsi con il cloroformio.

Annuisco alle indicazioni di Rossi, stringendo saldamente la chiave lanciata dall'agente. Mi avvicino alla porta indicata, la pistola tenuta bassa ma pronta. Prima di inserire la chiave nella serratura, mi chino leggermente per ispezionare attentamente la porta e i suoi contorni, cercando eventuali segni di allarmi o meccanismi sospetti.

Non trovando nulla, inserisco la chiave e la giro lentamente, cercando di evitare rumori eccessivi. Quando sento il clic della serratura che si apre, afferro con cautela il pomello e apro la porta quel tanto che basta per mettere fuori la testa.

"Tutto bene, potete entrare," sussurro a Charles e Lauren, usando un tono basso ma rassicurante.

Mi sposto di lato, lasciando la porta aperta per far passare i due. Una volta che i nostri compagni sono entrati, richiudo la porta con la stessa attenzione. Ripongo la chiave in una delle tasche interne della giacca, pronta per essere usata di nuovo.

Appena sente il rumore del metallo, la professoressa stringe forte le palpebre appellandosi a forze al di sopra di quelle umane. Il suo corpo, più veloce del pensiero, fa un passo lasciando il nascondiglio ed il braccio si tende, incredibilmente fermo, per puntare la canna nella direzione del portone. L'indice raggiunge il grilletto pronto a scattare......ma è solo Giovanni! Lascia andare il respiro ed il braccio ricade sul fianco, libero di rilassarsi almeno per un attimo. Uno sguardo veloce verso il cancello e alla strada all'esterno della villa, poi con passo veloce raggiunge la porta, sistemando meglio il foulard sulla parte inferiore del viso. Entra nell'ingresso lussuoso per riunirsi col resto del gruppo. "E ora?", chiede con apprensione a Mario Rossi. Lui sa dove andare: c'è già stato!