Atto I - L'inizio della Fine

resto in fondo alla fila, guardando le spalle ai miei compagni che armeggiano con la porta. cercando di fare meno rumore possibile mi sposto di pochi passi per sbirciare oltre la curva del corridoio tenendomi al riparo, per garantire a tutti il via libera per le loro "operazioni"

"Hm, e' chiusa a chiave." Dico a bassa voce, confermando il dubbio di Rossi.

Poi ripongo la mia pistola nella custodia tenuta all'interno della giacca, ed estraggo nuovamente i miei attrezzi da scasso. "Spero di non far troppo rumore con questi," sussurro prima di mettermi all'opera sulla serratura.

Provo a scassinare, ma questa serratura e' piu' complicata del previsto. Dopo un tentativo prolungato, mi rivolgo all'Agente: "Rossi, questa serratura mi sta dando del filo da torcere. Non vorrei danneggiarla e poi dover sfondare la porta. Se la sente di provare lei?"

Quindi, mi sposto dalla porta per lasciar spazio all'Agente di operare.

Accenno un breve gesto con la testa in direzione di Rossi, in segno di approvazione per l’abilità dimostrata dall’agente.

Senza perdere altro tempo, riprendo la pistola e, con la mano sinistra, giro lentamente il pomello della porta. Mentre spingo per aprirla, cerco di rimanere con le spalle contro il muro, in modo da espormi il meno possibile. Nonostante non abbia udito alcun rumore all’interno, preferisco procedere con cautela: inclino leggermente il capo e scruto l’interno, mantenendo l’arma puntata in avanti.

Una volta sicuro che nella stanza non si trovi nessuno, spingo la porta un po’ di più, entro e libero l'ingresso per far passare agevolmente i miei compari.

Lauren attende che l'agente la preceda, poi lancia un'ultima occhiata alle sue spalle e, in punta di piedi, fa una breve corsetta fino alla porta aperta, oltrepassandola. Gli occhi grigi iniziano a perlustrare il nuovo ambiente ma il braccio che tiene la pistola è sempre puntato verso Rossi.

quando sento il click della porta torno sui miei passi, dopo aver vigilato sul corridoio. Lascio spazio a Miss Evans ed entro per ultimo sempre di spalle, per garantire un ultimo sguardo di copertura e provvederò a chiudere la porta se non diversamente consigliato dai miei compagni evidentimente più abili nella nobile arte della violazione di domicilio
Inaspettatamente sorrido tra me, la situazione è adrenalinica, i miei sensi sono all'erta e io stesso sono curioso e eccitato per quanto stiamo facendo.

Mi guardo poi attorno nella stanza

Italo si ferma al centro della biblioteca, facendo un respiro profondo per calmare i suoi nervi. Gli occhi si soffermano brevemente sul domino nero sulla cassapanca, ma è evidente che la sua attenzione è già concentrata sull'ambiente nel suo insieme.
Con voce bassa e decisa, si rivolge al gruppo:"Questa stanza è un tesoro di conoscenza, ma anche una potenziale trappola. Se i libri di Ferrante sono qui, saranno nascosti in modo da non attirare subito l'attenzione. Dobbiamo procedere con ordine. Propongo di dividerci la stanza in sezioni per analizzarle con metodo."
Indica le librerie che coprono le pareti. " se siete d'accordo ognuno di noi potrebbe esaminare una sezione diversa. Chi trova qualcosa d'interessante, lo segnala però senza muoverlo, dobbiamo essere sicuri che non ci siano sistemi di controllo" aggiunge, mentre tira fuori dalla tasca un piccolo taccuino e una matita per annotare eventuali dettagli utili.

annuisco davanti all'approccio pragmatico di Italo. Si vede la stoffa del giornalista di inchiesta, subito concentrato sulla ricerca degli indizi. A mia volta completo un primo giro del perimetro della stanza cercando di capire che tipo di volumi Ferrante vada collezionando, se lasciti di famiglia o nuovi acquisti in risposta alle sue bizzarre inclinazioni.
Scelgo uno degli scaffali a cui dedicare una attenzione piu metodica

Non vuole abbassare troppo la guardia. Il richiamo esercitato dai libri è molto forte ma non si fida di quello che dichiara essere un agente. Indietreggia fino ad uno scaffale e, uno sguardo a dorso dei libri, uno a lui, comincia a leggere i titoli. Con la mano libera, afferra i più vecchi e li apre per verificarne velocemente il contenuto.

Una volta entrato, lancio un’occhiata al cassone, notando il drappo di velluto nero che lo copre.
Mentre i miei compagni passano in rassegna i libri sugli scaffali, mi avvicino a Rossi e, con un cenno verso la cassapanca, sussurro: "È questa la cassa di cui parlava? Se è lei, ci consideriamo pronti per passare alla ricerca dei nipoti di Mariani, oppure potremmo trovare informazioni utili in questi libri?"

Abbassando ancora la voce, Giovanni pronuncia lentamente il titolo che Ferrante aveva citato ai Charles e Italo alla festa della Contessa: "Fiat Chaos Cimmerium. Potrebbe esserci qualcosa di fondamentale, nascosto nelle pagine di quell'antico tomo?"

Il mio sguardo rimane fisso sull'agente, pronto a cogliere qualsiasi sua reazione.

Le parole di Rossi mi fanno riflettere: "Anche se non ci sono testi che possano aiutarci direttamente a salvare i nipoti di Mariani, forse esiste un libro a cui Ferrante tiene davvero e che potrebbe tornarci utile per assicurare la nostra incolumità."

Dopo aver lanciato un rapido sguardo ai miei compagni, intenti a studiare i dorsi dei volumi sugli scaffali, mi unisco a loro. Senza toccare nulla, mi avvicino alle librerie cercando tracce di utilizzo recente, come porzioni di polvere più sottili o spostate, segno che un libro è stato rimesso al suo posto da poco.

Italo si immerge completamente nell’analisi dei tomi. I suoi occhi brillano per un istante quando si rende conto della natura dei volumi.
"Interessante," mormora, quasi tra sé, sfiorando i dorsi dei libri.
Ad un certo punto si blocca e richiama l'attenzione degli altri:"amici! Ci siamo, Li ho trovati: il Fiat Caos Cimmerium e il Clavis Sapientiae, sono proprio qua davanti a me".

I titoli in latino risvegliano la studiosa che è in lei. Considerato che Giovanni dialoga con Rossi, si permette di voltarsi dalla parte di Italo. "Può leggerli, signor Brunetti?", domanda. Forse in quelle pagine possono essere trovate anche altre risposte, la ricerca delle quali l'ha condotta in Italia.

Ancora chinato sulle tracce di polvere sullo scaffale, sollevo di scatto il capo alla voce di Italo. "Hai trovato il Fiat Caos Cimmerium e il Clavis Sapientiae?" ripeto a bassa voce, come per assicurarmi di aver udito bene.

Quando sento la Professoressa domandare se Italo sappia leggerli, sposto lo sguardo verso di lei: "Se c’è qualcuno che può dare un senso a questi testi, siete voi due," mormoro. "Io al massimo posso rimanere di guardia."