Atto I - L'inizio della Fine

Dobbiamo accelerare le nostre ispezioni, questo è certo. Vale la pena di esaminare piu da vicino questa cassa ed il suo contenuto, quindi. Avendo cura di ricordare come sono disposti gli oggetti sopra di essa- Ferrante è un paranoico, non mi stuperie che abbia dato il nome ad ogni singolo granello di polvere.
Nel dire cosi mi avvicino ad Italo, per dare una occhiata anche ai tomi ci sono segnalibri? o appunti? chiedo al fidato amico

Effettivamente sono lì per un obiettivo ben preciso: ritrovare i bambini! Non c'è tempo per immergersi in affascinanti pagine dal contenuto oscuro, eppure Lauren quei libri li vuole. "Il signor Ferrante sarà messo al corrente della nostra visita", dice rivolta a Charles, "dimentica, sir, che sotto c'è uno dei suoi uomini? Io vorrei prendere i due volumi. Ci possono essere utili: se non adesso, più tardi". Usa il tono che le è utile quando parla con gli uomini, quello che le è servito per guadagnarsi un minimo di rispetto.

"Assicuriamoci che siano libri a cui Ferrante tiene davvero," sussurro, scambiando uno sguardo con i miei compagni. Poi continuo: "Concordo con la professoressa, se ci troveremo faccia a faccia con Ferrante o i suoi uomini, potremmo usare questi testi come moneta di scambio. Nel frattempo, cerchiamo di non perdere di vista il nostro obiettivo principale: trovare i nipoti di Mariani e portarli in salvo."

Le parole di Giovanni danno forza alla sua affermazione di poco prima. Gli occhi grigi si spostano, quindi, sulla misteriosa cassapanca coi disegni di grifoni. E' un bell'oggetto che sembra avere una storia. Che segreto nasconde?

Sono certo che tiene a questi volumi, uno è citato nella lettere che Rossi ha tradotto... anche se forse non è il piu prezioso. Prendiamoli concludo c9n fare deciso
Poi porto l'attenzione alla cassa, sposto con attenziobe il domino e sollevo il drappo. Sono quasi euforico tanto da dimenticare la prudenza

Giovanni prende un profondo respiro e posa per un attimo lo sguardo sui suoi compagni e sulla cassapanca. In tono basso, ma solenne, dice: "Amici, arrivati a questo punto, non ci sarà più modo di tornare indietro. Qualunque cosa troveremo una voltra entrati in questa cassa ci svelera' un mondo finora ignoto, più oscuro, e nulla sarà più come prima."

Si interrompe per un attimo, come se ricordasse qualche vicenda passata. Quindi continua, chiaramente emozionato: "Vi chiedo di non arrendervi alla paura. Aggrappatevi ai vostri ideali, alle vostre ragioni per andare avanti, e non lasciatevi spezzare da quello che potremmo scoprire. Usate il vostro istinto di sopravvivenza per mantenere la mente lucida e il corpo pronto. È ciò che ci permetterà di affrontare quello che ci aspetta."

Giovanni fa un cenno verso la cassapanca, poi si volta verso l'Agente e aggiunge: "Rossi, mi offro di entrare per primo."

Per quanto il discorso dell'italiano suoni ispirante, tutto il coraggio a fatica ragranellato dalla giovane donna si disperde nel vedere il segreto celato dall'oggetto: una finestra sullo spazio profondo. Come potrebbe la mente umana rimanere imperturbata davanti a ciò? Le sembra di emettere il primo respiro della sua vita quando si ritrova, attonita, nel nuovo ambiente. "Oh, my God!", riesce a dire sollevandosi ed uscendo. Le ginocchia cedono appena poggia il piede a terra, tanto che per mantenere l'equilibrio cerca il conforto della parete più vicina.

Viaggio nella Cassa

In ginocchio, respiro a fatica mentre le visioni del viaggio mi tormentano. Quando Italo emerge dalla cassapanca, ho un moto di sollievo; lo stesso accade con Charles, Rossi e infine Lauren, pallida e scossa.

Mi alzo lentamente, barcollando. "Siamo tutti qui," mormoro, la voce roca. Guardando Lauren, aggiungo: "Qualunque cosa sia successa... siamo sopravvissuti. Nessuno è rimasto indietro."

Italo sente il sangue pulsare alle tempie mentre i suoi piedi si posano sul terreno sconosciuto. Per un istante, la testa gira ancora per le visioni aliene e i suoni innaturali del viaggio, ma si costringe a stabilizzarsi. Il respiro si fa profondo e regolare, un trucco che ha imparato per mantenere il controllo nei momenti di panico.
Senza voltarsi, parla agli altri. "Siamo in territorio ostile. Non toccate nulla, non parlate troppo forte. Quel suono... potrebbe essere un indizio, o una trappola."

"The flute....il...flauto...mi avete parlato di...qualcuno che lo suonava...". La professoressa, ancora stordita, si passa un palmo sul viso ricoperto da un velo di sudore. Guarda nella direzione da cui le pare arrivi il suono. Si toglie il fastidioso foulard di dosso, lasciandolo cadere sul pavimento. Poi osserva ciò che la circonda scacciando la nausea che il "viaggio" le ha procurato.

Improvvisamente, contraggo il volto, serro le labbra e porto la mano alla bocca come per bloccare un conato di vomito. Mi piego leggermente in avanti, gli occhi chiusi per un attimo, mentre cerco di riprendere il controllo e deglutisco a fatica. "Dio mio, che schifo..." mormoro tra me, passandomi la mano sulla fronte imperlata da un sudore freddo.

Quando Italo e Lauren menzionano il suono del flauto, mi irrigidisco di colpo. "Allora non era solo nella mia testa..." dico, la voce carica di sorpresa. "Anche io lo sento, quel flauto... potrebbe essere lo stesso suono di cui parlava Ubertino."

Mi volto verso il gruppo, cercando di catturare una loro conferma, e per condividere questo momento culminante della nostra ricerca.

L'atterraggio se cosi possiamo dire mi lascia stranito. Vorrei trovare un razionale a quello che è appena accaduto, ma la spiegazione piu logica è che si tratti di Magia.
Faccio leva con le mani sul terreno e lentamente mi rialzo, rassicurato dal fatto che siamo tutti insieme.
Mi guardo attorno con circospezione e quando i miei occhi incontrano il disegno sul drappo lo indico mormorando
ecco infine il nostro drago
Tale mi pare la figura con i suoi artigli. Ne resto affascinato, tanto da tralasciare il suono del flauto
Con passo incerto mi avvicino per cercare di capire meglio di che si tratti

Il conato alle sue spalle ne richiama l'attenzione. Prende un respiro profondo, per non cedere a sua volta e si avvicina all'italiano "Sta male, signor Ponzi?". Dalla tasca della sua giacca nera estrae un fazzolettino lievemente spiegazzato ma lindo e glielo porge. "Yes....", mormora spostando lo sguardo verso la direzione da cui vengono le note. "Siamo vicini....", commenta come fosse una sentenza. Cosa si cela oltre la porta? Qualcosa le dice che oltrepassata la soglia, il loro destino cambierà rotta.

Prendo il fazzoletto dalla mano di Lauren con un cenno di gratitudine. Me lo passo sulla fronte sudata e sulla bocca, poi lo stringo per un istante tra le dita prima di mormorare: "Grazie, Professoressa. Sono solo un po' scosso… ma pronto ad andare avanti."

Mi raddrizzo e mi volto verso i miei compagni con un’espressione più concentrata. "Siamo vicini, sì… ma forse dovremmo prima capire meglio dove siamo finiti, prima di attraversare quella porta," dico, indicando la direzione da cui proviene il suono del flauto.

Detto questo, senza perdere altro tempo, mi avvicino alla porta sulla parete di sinistra rispetto a quella da cui proviene la musica. Scruto con attenzione la struttura della porta e il muro che la circonda, cercando di comprendere qualcosa sulla natura del luogo in cui siamo finiti.

Sento i miei compagni parlare nella stanza, e mi riscuoto dalla contemplazione del drappo. Noto che la mia mano è sollevata, ferma a pochi cm dalla stoffa, attratta dalla figura inconcepibile che è rappresentata. La abbasso lentamente, e forse è meglio che non abbia toccato nulla.
Ora odo anche io la musica, vedo Giovanni che esamina una delle porte.
Io invece porto lo sguardo a terra, cercando segni del passaggio di altre persone: Ferrante probabilmente passa di qui. Dove si dirige?