Atto I - L'inizio della Fine

E' indubbiamente la via piu veloce... e non possiamo in queste condizioni pensare di scalare il muro di cinta rispondo con un sussurro pensando a Roberto

Mi avvicino alla porta della biblioteca, origlio per accertarmi che non vi siano rumori, faccio cenno agli altri di levarsi dalla linea di tiro di un eventuale agguato e spostarsi lateralmente. Poi con cautela abbasso la maniglia per aprire

Annuisco alle parole di Charles. "Scalare il muro con Roberto sarebbe impossibile. Passare per l’ingresso è la nostra unica opzione." Poi aggiungo, rivolto a tutti: "Qualcuno dovrà portare il bambino. Sembra sotto shock ed e' troppo debole per camminare da solo. Posso farlo io, oppure Italo, se si sente di reggerlo."

Quando Lauren prende la parola, mi volto verso di lei, osservando in silenzio mentre deposita i volumi sul coperchio della cassapanca. Le sue parole hanno senso, quell’oggetto è un varco verso l’orrore, e Ferrante ne ha fatto uso per alimentare la sua follia.

Per un attimo, sono pronto ad appoggiare l’idea. "Ha senso distruggerla... Però se qualcosa dovesse andar storto là fuori... se dovessimo incontrare Ferrante o Mozzicaferro sulla via d’uscita... potremmo finire intrappolati in una villa in fiamme." Faccio una breve pausa prima di concludere: "Ragioniamoci un istante. Dobbiamo essere pronti a fuggire. E se vogliamo bruciare questa maledetta cosa... dovremmo assicurarci prima che la strada sia libera." Detto questo passo in rassegna lo sguardo dei miei amici per capire cosa ne pensano.

Non ci garantirebbe una via di fuga... sappiamo dove porta. Che altre strade possono esserci la sotto se non quelle che portano al "drago"? Benchè non sia certo che questa sia l'unica via. Lo hanno visto Ubertino, e il Vescovo a detta del suo buffo sacrestano. Ma questa è la via di Ferrante, la tentazione di danneggiarlo è forte
Medito un poco sul da farsi: Se accettate corro il rischio e vado in avanscoperta: se la strada è libera non mi occorrerà che un minuto per scendere e risalire... se non torno preoccupatevi di fuggire, e se ci fosse bisogno di lottare non esiterò a fare rumore, cosicchè possiate defilarvi.
Del resto muoversi in gruppo con il peso del piccolo Roberto non è una via a mio parere praticabile

Mi mordo le labbra, non avevo pensato a quanto espresso da Giovanni e, riflettendoci, devo dire che ha ragione
Si, hai ragione, meglio non appiccare il fuoco subito dico a Giovanni, quindi guardo Charles negli occhi
Andiamo tutti, avremo più potenza di fuoco
Detto questo faccio cenno a tutti di muoversi

Mi avvicino a Charles: "Non c'è bisogno che vada da solo, Charles. Meglio procedere insieme, compatti e ben organizzati."

Faccio una breve pausa, guardando il mio amico con determinazione. "Sarò davanti con te, tu prendi la destra, io la sinistra. Rossi ci seguirà da vicino, pronto a coprire le nostre spalle. Italo coprirà Lauren, che terrà Roberto per mano. Agiamo subito, ma con circospezione."

Poi, senza aspettare una risposta immediata, do un cenno deciso e inizio a dirigermi verso la porta, pronto a compiere il primo passo verso la salvezza.

Mi arresto a pochi passi dalla porta principale della villa, il cuore martellante nel petto. Con un gesto silenzioso, faccio cenno agli altri di attendere.

Mi sposto verso una delle finestre accanto all’ingresso e, senza espormi troppo, scruto l’esterno con attenzione. Verifico che non ci sia alcun movimento sospetto, in particolare che i cani siano assenti. Poi osservo meglio il cancello d’ingresso, assicurandomi che sia ancora chiuso, come lo avevamo lasciato.

Mi scosto dalla finestra, e mi rivolgo ai miei compagni: "La via sembra libera. Nessun cane, nessun movimento sospetto, e il cancello è ancora chiuso come l’abbiamo lasciato."

Poi guardo Lauren e il piccolo Roberto, e subito dopo gli altri. "Lauren, tu resta con Roberto al centro. Italo o Rossi chiuderanno la fila quando saremo fuori. Io e Charles apriamo la strada. Muoviamoci con calma, ma senza fermarci."

Faccio un cenno rapido con la testa, pronto ad aprire la porta principale e a guidare il gruppo nel tratto più rischioso: l’uscita dalla tana del mostro.

La guardia russa ancora della grossa a quanto pare. Mi fermo un attimo per accertarmi che il suo respiro sia pesante e regolare, poi faccio un cenno di assenso a Giovanni e cerco con gli occhi Laureen, perchè tenga salda la mano del piccolo Roberto Impugno la mia pistola, allento la sicura e mi metto di lato alla porta, appoggiato allo stipite a copertura dello spazio che si apre alla nostra vista, pregando di avere campo libero. Non appena ho uno spiraglio per guardare gli occhi si muovono rapidi, le orecchie tese

Poggio la mano sul cancello e spingo per aprirlo, sperando che non cigoli sui cardini. La nostra auto è poco lontana...

mi volto con una espressione che cerca di dissimulare la preoccupazione
se sono rientrati siamo... non finisco la frase per non accanirmi sulla già fragile mente del piccolo Roberto Con un gesto impercettibile tolgo la sicura alla pistola nella miano destra
Mi guardo rapidamente attorno, ora che abbiamo una altra prospettiva sulla villa, per vedere se una auto è stata parcheggiata nel cortile, o se le finestre si sono aperte a qualche piano

Mi blocco un istante vedendo il cancello rimanere chiuso, poi mi avvicino rapidamente a Charles.

"Coprimi, Charles," mormoro con tono deciso ma calmo, abbassandomi subito accanto alla serratura. "Questo contrattempo e' decisamente inaspettato. Se qualcuno ci ha visti e ha chiuso il cancello, potrebbe comparire da un momento all’altro."

Senza attendere risposta, estraggo con movimenti rapidi il mio kit di attrezzi da scasso, appoggiando la pistola a terra in modo da avere entrambe le mani libere. Le mie dita si muovono con precisione mentre infilo i grimaldelli nella serratura, il cuore martella per la tensione.

Lascio uscire un lungo respiro di sollievo quando sento il *clic* secco della serratura che cede. Mi volto subito verso i miei compagni, il volto teso che si distende appena in un’espressione di sollievo.

"È fatta. Il cancello è aperto," annuncio a bassa voce, con un tono che cerca di infondere un po’ di speranza nel gruppo.

Mi scosto immediatamente di lato, facendo cenno a Charles di passare per primo. Mentre lo faccio, rimetto con gesti rapidi gli attrezzi da scasso nella custodia. Poi mi chino a raccogliere la pistola, la impugno saldamente e mi rimetto in posizione. Con occhi attenti scruto il giardino e la strada oltre il cancello, pronto a ogni eventualità.

Mi affaccio con circospezione, lasciando per un attimo gli altri al riparo alle mie spalle, scruto a destra e sinistra. Immagino che chi sia in agguato sia ben accorto a non far rumore, ma aguzzo la vista, alla ricerca di un movimento sospetto o un bagliore dato dal sole che riflette