Atto I - L'inizio della Fine

Con un sospiro di sollievo faccio cenno con la mano ai miei compagni che la via è libera
svelti raggiugiamo l'auto

Rimango qualche passo indietro mentre osservo il professor Mariani stringere tra le braccia il piccolo Roberto. Il cuore mi batte forte nel petto, ma trattengo la commozione. La scena del ricongiungimento è toccante, un momento che ripaga ogni rischio corso. Ma accanto alla gioia si insinua una fitta lancinante: la consapevolezza che Filippo non tornerà. È come un pugno improvviso nello stomaco, che mi mozza il fiato per un istante.

Poi mi volto verso Charles, Lauren, Italo, e infine verso Rossi. In quello scambio silenzioso, carico di stanchezza e intesa, riconosco quanto tutti abbiamo dato, e perso, dal momento in cui siamo entrati nella villa di Ferrante.

Poi mi schiarisco la voce e dico, con tono pacato ma fermo: "Entriamo in casa. Dobbiamo riposarci… e capire cosa fare adesso."

Finata la frase, mi giro verso Rossi, ad attendere una risposta. Forse l’agente dell’OVRA ha ancora qualcosa da fare. Forse no.

Accetto il biglietto con il numero di telefono dalle mani di Rossi. Scambio con l'agente uno sguardo di riconoscimento, per quanto ha fatto, nonostante le nostre riserve iniziali. Con un leggero cenno del capo, faccio capire di aver compreso e apprezzato il gesto. Poi, mentre Rossi si dirige verso l’auto, faccio un rapido saluto con la mano.

Quando la macchina si allontana, entro in casa di Mariani chiudendo la porta dietro di me. Una volte entrato, mi lascio avvolgere dal silenzio per un attimo. Ma non è questo il momento di fermarsi a riflettere. Non ora. "Professore, faccia riposare il piccolo Roberto. Lauren, ti va di rimanere con lui?" chiedo, cercando di infondere una certa serenità.

Quando il professore finalmente si riunisce a Charles, Italo, e me, non perdo tempo e comincio a parlare: "Quello che è successo ai bambini… non abbiamo parole per descrivere l'incubo in cui si sono trovati, e i crimini orribili che hanno visto, crimini frutto della follia di Ferrante. Roberto e' testimone di qualcosa che potrebbe distruggere la reputazione di quel mostro."

Prende un respiro profondo, guardando uno a uno i miei compagni. Non è il momento di entrare nei particolari più crudi e scioccanti, e non è nemmeno giusto farlo con Mariani. Il vecchio professore ha già sofferto abbastanza.

Annuisco.
ma non ora. Il piccino deve riprendersi, ed in ogni caso Rossi sa. Credo abbia solo usato la nostra amicizia con Mariani per avere un aiuto... facilmente sacrificabile. Ma non so se ha ottenuto tutto ciò che voleva
Resto a guardarmi nel riflesso delle lenti degli occhiali che pulisco ossessivamente senza che che ce sia il bisogno. Quasi volessi cancellare cio che hanno visto
ma io non ho molto da perdere... e non mi dispiacerebbe andare a fondo, di questa storia. Molti tasselli non sono ancora al loro posto
Guardo gli altri, in attesa di un risposta

Annuisco alla proposta di Giovanni
Certo replico con un sorriso Roberto, vieni che andiamo un pò a riposare dico al piccolo Mariani, incoraggiandolo con un sorriso

Osservo con attenzione i gesti nervosi di Charles e lascio a lui e Mariani per qualche istante di riflessione. Poi mi volto verso l'amico veterano, sospirando brevemente, come a liberarmi di un peso, e annuisco: "Anche io sono pronto ad andare in fondo a questa vicenda, indagare su Ferrante e la sua rete di contatti. Non possiamo fermarci qui."

Poi, con voce piu' bassa e con un tono non completamente convinto, continuo: "Penso che Rossi stia cercando di fermare Ferrante una volta per tutte, ma anche se ci riuscirà, ci saranno altri che cercheranno di appropriarsi delle conoscenze occulte del gerarca. Ferrante è solo la punta dell’iceberg, e il nostro lavoro non finisce ora."

Mi volto verso Italo e Charles con tono basso ma fermo: "Quei libri che abbiamo preso dalla villa... non possiamo tenerli qui. Se dovesse succederci qualcosa, non devono finire nelle mani sbagliate. Dovremo trovare un posto sicuro, lontano da occhi indiscreti. Un luogo dove neanche Ferrante riuscirebbe a metterci le mani."

concordo. Un posto dove probabilmente nemmeno andrebbe a cercarli... ma che non desterebbe sospetti se noi ci recassimo per consultarli, se ne avessimo mai bisogno
Sto pensando al classico trucco del tesoro nascosto in bella vista...
da un lato potremmo affidarli al comandante della fortezza, ma Ferrante ha potere su di lui, si e visto quando ha ordinato di chiudere il tunnel.

Annuisco lentamente, riflettendo sulle parole di Charles. "Hai ragione," mormoro. "Nasconderli in piena vista… potrebbe essere la soluzione più astuta. Un luogo dove possiamo tornare, se necessario, ma che non desti sospetti."

Poi aggiungo: "Quanto al colonnello Scattanti e i suoi uomini… finché non avremo prove solide contro Ferrante, non possiamo contare sulla fortezza. I militari sarebbero costretti ad eseguire gli ordini del partito e di Ferrante." Mi passa una mano sul mento, pensieroso. "Meglio non affidargli i libri, ma potremmo parlare con Scattanti in privato."

Mi avvicino rapidamente alla finestra più vicina, accucciandomi per non essere visto da fuori. E cerco di capire quanti scagnozzi accompagnino Ferrante.

Mi volto con urgenza verso Charles, Italo e Mariani, mantenendo la voce appena udibile. "Dobbiamo fare in modo che non capiscano quanti siamo qui dentro," sussurro. "Ferrante non deve sapere che ci siamo anche noi con Mariani. Se pensa che il professore sia rimasto solo con il bambino, potrebbe sottovalutare la situazione."

Mi sposto verso Mariani e gli parlo con rispetto ma decisione: "Professore, ho bisogno che lei parli con lui. Lo tenga impegnato, lo confonda. Gli dica che si sta sbagliando, che lei e' solo in casa. Parli da dietro le imposte, non apra, non si faccia vedere."

Poi, rivolgendomi a Italo, aggiungo: "Abbiamo bisogno di Rossi. Il suo numero è sul biglietto che mi ha lasciato. Contattalo adesso, subito. Se ci muoviamo bene, potremmo guadagnare il tempo necessario per farlo arrivare qui… e magari sorprendere Ferrante ed i suoi uomini."

Infine, guardo in volto ciascuno dei miei amici. "Il nostro obiettivo è uno solo: uscirne vivi. Ma se possiamo fermare Ferrante oggi, qui, lo faremo."

Con un rapido cenno di assenso a Giovanni mi muovo cautamente verso le imposte eventualmente aperte, anche sugli altri lati della casa, e provvedo a chiudere il meglio possibile. Approfitto di questi rapidi momenti per sbirciare dalle finestre e assicuarmi che non vi siano altri a vista, consapevole che Ferrante può contare sui suoi tirapiedi e potrebbero essere in agguato.
Con la mia pistola in pugno, faccio segno a Giovanni ed Italo di prepararsi e di preparare una buona scorta di munizioni
Professore non le chiedo di mettersi in pericolo, stia vicino al ragazzo, ma se ha qualche arma in casa ci dica dove possiamo recuperarla, è il momento di preparare la difesa al meglio di quanto possiamo
Detto questo, con rapidità vado al telefono, tra le mani lievemente sudate ho il biglietto con numero di Rossi, sollevo il ricevitore e mi preparo a comporre il numero

Faccio io la chiamata a Rossi, tu vai a prendere i fucili Italo dico al mio compagno recuperando il biglietto con il numero da Giovanni e raggiungendo subito dopo il telefono per iniziare la chiamata

Vado dico semplicemente con le chiavi in mano, guadagnando le scale che mi conducono in cantina