Annuisco con approvazione quando vedo Italo emergere dalla cantina, i fucili tra le braccia e il sacchetto delle munizioni pronto. "Ottimo lavoro, Italo", sussurro mentre lo aiuto distribuire un fucile a Charles. "Speriamo di non doverli usare… ma se sarà necessario, non ci faremo trovare impreparati."
Quando Lauren riferisce dell’intermediaria di Rossi, mi avvicino e le poso una mano sulla spalla: "Hai fatto il massimo, Lauren. Ora dobbiamo solo resistere, e guadagnare il tempo necessario."
Mi volto verso Charles, lo guarda negli occhi, e con un cenno muto gli faccio capire che trattero' con Ferrante, quindi prendo uno dei libri dal tavolo, quello dalla copertina più logora e inquietante, e mi avvicino alla finestra da cui poco prima Mariani parlava con Ferrante.
Scosto appena le imposte, abbastanza da mostrarmi con il libro in mano. "Ferrante!" esclamo con tono gelido, abbastanza forte da farmi sentire. "Non so come tu ci abbia seguito fino alla casa del Professore, ma forse c'e' un legame invisibile tra te ed i volumi che abbiamo preso dalla tua biblioteca."
Alzo il libro che ho in mano, affinché il gerarca e i suoi uomini possano scorgerlo anche solo per un istante. Quindi leggo il titolo del libro, e l'incipit. "Questo per farti capire che non stiamo piu' bluffando. Se non vi dileguate immediatamente, bruceremo i libri. Pagina dopo pagina. Davanti ai tuoi occhi."
Faccio una breve pausa, lasciando che Ferrante comprena appieno la situazione. "Ma non finisce qui. Le cose che hai fatto… non resteranno sepolte. Ci sono persone là fuori, professionisti, che ci hanno aiutato a liberare il piccolo Roberto. Verranno a cercarti. Entreranno di nuovo nella tua villa. E troveranno tutto ciò che hai tentato di nascondere. Per te è finita."
Resto immobile, il libro in una mano, l’altra che scivola lentamente verso la pistola alla cintura. Lo sguardo è fisso su Ferrante.