Atto I - L'inizio della Fine

faccio segno di un 7 con le dita a Giovanni per confemare quanti uomini ho contato. Poi infilo un fucile a tracolla dopo aver caricato i proiettili e cercando di fare il minmo rumore possibile - incitando Mariani a parlare per prendere tempo - cerco di incastrare una sedia sotto la maniglia della porta di ingresso e di barricarla in qualche modo

Faccio un rapido cenno di intesa a Charles, annuendo con fermezza quando vede le sette dita sollevate: sette uomini, compresi Ferrante e Mozzicaferro. Silenziosamente, mi muovo per aiutare l’amico. Spingo un piccolo mobiletto e una credenza bassa contro la porta d’ingresso, cercando di fare meno rumore possibile. Poi mi volto verso Mariani.

"Professore, mantenga la calma. Italo è in possesso di alcuni libri che Ferrante brama più della vita stessa. Potrebbero essere la nostra unica leva."

Poi, gli lancio uno sguardo che tradisce la tensione sotto la calma apparente: "Ora provi a chiedergli, senza giri di parole: perché vuole che usciamo? Cosa vuole davvero? Se pensa di trattarci come topi in trappola, che parli chiaramente. Loro sono in maggioranza, sì, ma noi possiamo vendere cara la pelle."

Quando sento le parole di Ferrante, stringo i denti e mi volto verso l’interno della casa.

Con passo rapido ma cauto, mi avvicino all’ingresso della cucina, dove avevo visto Italo scendere in cantina. "Italo? Hai trovato i fucili?"

Quindi mi volto a cercare la Professoressa. "Lauren… sei riuscita a contattare Rossi? Ti ha risposto?"

Poso i libri sul tavolo
professore, credo che Ferrante sia disposto a tutto per riaverli. Legga un titolo, e una pagina a caso. Faccia credere che è una pagina che le abbiamo dato...dica che se vuole riaverli interi, deve farci fuggire con la nostra auto.
Approfitto per guardare i volumi da vicino, ne tasto la copertina, li scuoto, alla ricerca di qualche altro indizio a cui aggrapparci

Come "evocato" dalle parole di Giovanni, Italo risale dalla cantina con tre fucili ed un sacchetto di munizioni
Trovati dice sfoderando un lieve ghigno

Fatto anche io risponde Lauren Non ho parlato direttamente con Rossi ma con una sua intermediaria. Dice che gli farà avere il nostro messaggio il più rapidamente possibile ma che non ha modo di sapere se e in quanto tempo l'agente possa intervenire
Il mio sguardo corre quindi ad una delle finestre, mentre l'ansia inizia a farsi strada dentro di me

Annuisco con approvazione quando vedo Italo emergere dalla cantina, i fucili tra le braccia e il sacchetto delle munizioni pronto. "Ottimo lavoro, Italo", sussurro mentre lo aiuto distribuire un fucile a Charles. "Speriamo di non doverli usare… ma se sarà necessario, non ci faremo trovare impreparati."

Quando Lauren riferisce dell’intermediaria di Rossi, mi avvicino e le poso una mano sulla spalla: "Hai fatto il massimo, Lauren. Ora dobbiamo solo resistere, e guadagnare il tempo necessario."

Mi volto verso Charles, lo guarda negli occhi, e con un cenno muto gli faccio capire che trattero' con Ferrante, quindi prendo uno dei libri dal tavolo, quello dalla copertina più logora e inquietante, e mi avvicino alla finestra da cui poco prima Mariani parlava con Ferrante.

Scosto appena le imposte, abbastanza da mostrarmi con il libro in mano. "Ferrante!" esclamo con tono gelido, abbastanza forte da farmi sentire. "Non so come tu ci abbia seguito fino alla casa del Professore, ma forse c'e' un legame invisibile tra te ed i volumi che abbiamo preso dalla tua biblioteca."

Alzo il libro che ho in mano, affinché il gerarca e i suoi uomini possano scorgerlo anche solo per un istante. Quindi leggo il titolo del libro, e l'incipit. "Questo per farti capire che non stiamo piu' bluffando. Se non vi dileguate immediatamente, bruceremo i libri. Pagina dopo pagina. Davanti ai tuoi occhi."

Faccio una breve pausa, lasciando che Ferrante comprena appieno la situazione. "Ma non finisce qui. Le cose che hai fatto… non resteranno sepolte. Ci sono persone là fuori, professionisti, che ci hanno aiutato a liberare il piccolo Roberto. Verranno a cercarti. Entreranno di nuovo nella tua villa. E troveranno tutto ciò che hai tentato di nascondere. Per te è finita."

Resto immobile, il libro in una mano, l’altra che scivola lentamente verso la pistola alla cintura. Lo sguardo è fisso su Ferrante.

mi faccio dare un foglio di carta dal Prof Mariani e cerco un accendino. Forse vedere un filo di fumo convincerà il nostro amico che non stiamo giocando.
Preparo il tutto sul davanzale e poi torno alla mia finestra. Imbraccio il fucile e miro con tutta la calma possibile alla tesa di Mozzicaferro. E' quello che meno vorrei avere vicino se si arrivasse ad uno scontro. e sono convinto che molta della sicurezza di Ferrante derivi dalla presenza di quel gigante. Il click del fucile che si arma suona in modo chiaro

Al comando di Ferrante, un fremito mi attraversa. Gli scagnozzi di quel mostro passano immediatamente all’azione e noi dobbiamo reagire con prontezza. Con un gesto deciso, lascio cadere il libro sul pavimento. Quindi impugno il fucile che Italo mi aveva procurato pochi minuti prima.

Faccio scivolare l’otturatore in avanti e mi sistemo accanto alla finestra, da cui posso vedere la macchina dietro la quale si e' nascosto Ferrante.

Il mio obiettivo e' tenere occupato il mastino personale del gerarca, Guido Mozzicaferro. Stringo il calcio del fucile contro la spalla e sparo un colpo in direzione dell'enorme guardia del corpo.

Mai avrei pensato di dover caricare sulla mia coscienza una altra anima. Ma forse questo nemmeno più ne hanno una.

Non pongo altro indugio, armo il fucile, mi bilancio sulle gambe e mi concedo qualche secondo per prendere la mira, chiudendo l'occhio sinistro e sparo il primo colpo sull'uomo di Ferrante che ha abbandonato la copertina offerta dall'auto

Imito i miei compagni, imbraccio uno dei fucili di Mariani, prendo la mira e sparo contro lo stesso uomo preso come bersaglio da Charles

I boati dei fucili che sparano dovrebbero spaventarmi ma hanno invece l'effetto opposto: metto mano al mio revolver, già carico, e faccio fuoco contro lo stesso bersaglio attaccato anche Charles e Italo

Le esplosioni delle armi da fuoco squarciano l’aria, ma i proiettili sibilano nel vuoto. Inspiro a fondo cercando di non farmi confondere dal rumore dei prossimi colpi.

Sfrutto la confusione per posizionarmi dietro l’angolo della finestra, mantenendomi parzialmente riparato. Il fucile saldo tra le mani.

"Calma…" ripeto tra me, serrando la mascella.

Appoggio la canna del fucile sopra il davanzale, con il mirino orientato verso Mozzicaferro. Socchiudo un occhio, e rallento il respiro. Miro al mastino di Ferrante, la parte del corpo appena visibile oltre il cofano dell’auto.