I Cultisti del Tempio di San Vincenzo

L'aria della campagna italiana scorreva veloce lungo la strada provinciale deserta. Il rombo della Ferrari 250 GT nera rimbombava tra le colline, con il motore che cantava in perfetta armonia. Sul cofano, le fiamme dipinte sembravano guizzare, pronte a esplodere in vita da un momento all’altro. Al volante c'era Grimsley, con lo sguardo rivolto all'orizzonte. Accanto a lui, Suor Maria Rosalina sedeva composta, la naginata posata con cura ai suoi piedi e la balestra adagiata accanto. Lo squillo improvviso di una vecchia radio che non era accesa attirò l’attenzione di entrambi.

Il suono distorto si mescolava con il rombo della Ferrari, mentre una voce quasi meccanica cominciava a parlare, intrisa di elettricità statica:
"Tempio di San Vincenzo... oscure ombre... i confini si stanno assottigliando... scomparsa di un bambino... il caos sta per cominciare."

La radio emise un sibilo finale, poi tornò al silenzio. Rosalina guardò Grimsley con un’espressione grave. Non era la prima volta che il mondo dell’aldilà cercava di comunicare con loro in modi insoliti, ma ogni volta il messaggio sembrava più urgente.

Il Tempio di San Vincenzo, un vecchio monastero abbandonato nella regione, era ben noto per essere al centro di storie inquietanti, ma mai nulla di concreto era emerso... fino ad ora. La scomparsa di un bambino indicava che i confini tra i mondi erano deboli, abbastanza da permettere ai demoni di manifestarsi.

Il duo sapeva di non avere molto tempo. Ogni istante sprecato aumentava il rischio che quel portale si aprisse completamente, e che qualcosa di ben più sinistro passasse dall'altra parte.

Grimsley accennò un mezzo sorriso, senza distogliere lo sguardo dalla strada:
"Pronta per il caos, sorella?"

Suor Maria Rosalina annuì, serrando le mani attorno all’impugnatura della naginata. "Pronta come sempre."

Grimsley premette a fondo il piede sull'acceleratore, lanciando la Ferrari 250 GT sulla strada di campagna. L'auto sembra incollata magicamente al suolo, compiendo curve strette a velocità folli. Qualche minuto dopo sono già in vista del tempio, almeno secondo le indicazioni dello smartphone umano. "Dimmi, Rosy, sai qualcosa su questo tempio? E soprattutto, sai perché dovremmo ricevere informazioni via radio? Qualche illuminazione delle tue, per caso, direttamente dal capetto lassù?"

Avevo chiesto a Grimsley una vettura discreta per il nostro viaggio ma come al solito non mi aveva ascoltata, avevo osservato a lungo le fiamme sul cofano quasi ipnotizzata: nella mia mente prendevano vita muovendo le loro braccia verso di me invitandomi ad avvicinarmi di più, sempre di più...cosa sarebbe accaduto se le avessi assecondate?

"Mmh..?" Il fischio della radio mi riportò al presente e strinsi la naginata per ancorarmici. "Le frequenze radiofoniche, per loro è più semplice sintonizzarsi che non manifestarsi davanti a noi. Dopotutto è sufficiente sentire il messaggio" un messaggio che ogni volta diventava sempre più incombente.

"So che il monastero è stato chiuso un secolo fa in seguito ad alcune morti avvenute tra le sue mura, non vi sono documentazioni ufficiali al riguardo né indagini; ho trovato solamente un rapporto in cui si affermava che i monaci trovati morti si erano suicidati perciò il caso è stato chiuso. In seguito i fratelli hanno abbandonato il luogo per timore" e fino ad ora non era avvenuto altro degno di nota. L'unico modo per approfondire era andare sul posto, ma ora la scomparsa di quel bambino complicava la situazione.

"Prima o poi resterai fulminato" indicai verso l'alto con lo sguardo prima di chiudere gli occhi, forse dovevo davvero avvicinarmi a quelle fiamme.

Suor Maria Rosalina chiuse gli occhi per un istante, concentrandosi sulle energie che scorrevano attorno a lei. Le fiamme dipinte sulla Ferrari sembravano pulsare di vita propria, invitandola a scoprire segreti nascosti. Si immerse nelle antiche tecniche della sua setta, cercando una visione che potesse offrire chiarezza.

Ma il suo legame con l'oltre questa volta la tradì. Invece di visioni utili, fu travolta da immagini confondenti e caotiche: una pioggia di fuoco, monaci che si trasformavano in bestie, e poi... il volto di un bambino che urlava, ma senza suono. Tutto si disintegrava davanti a lei, in un turbinio di sensazioni ingannevoli.

Rosalina si risvegliò bruscamente dalla trance, con un senso di inquietudine che le serpeggiava nella mente. Il fallimento della divinazione le lasciava addosso un amaro presentimento. Non sapeva cosa avessero in serbo gli eventi, ma una cosa era certa: il tempio nascondeva qualcosa di molto più pericoloso di quanto avesse immaginato.

Grimsley la guardò di sbieco. "Brutte notizie?"

Rosalina strinse la naginata. "Direi che dobbiamo prepararci al peggio."

=====
La Ferrari 250 GT rallentò gradualmente mentre si avvicinavano al Tempio di San Vincenzo. Il rombo possente del motore si fece più tenue, come se la stessa macchina percepisse il peso del luogo verso cui erano diretti. Il tempio era immerso nella nebbia leggera della sera, con l'antica struttura che si stagliava contro il cielo crepuscolare. Le mura erano avvolte dall'edera e sembravano crollare sotto il peso dei secoli, ma nonostante il degrado, emanavano un’aura di inquietudine palpabile.

Il cancello in ferro battuto, arrugginito e chiuso da tempo, cigolò sinistramente mentre Grimsley lo apriva con un colpo secco, quasi come se il portale li stesse invitando a entrare. Rosalina uscì dalla macchina con movimenti misurati, osservando attentamente l’ambiente circostante. L’aria qui era più fredda, pesante di una presenza invisibile. Il silenzio era rotto solo dal fruscio del vento che sferzava gli alberi intorno al monastero abbandonato.

Dalla vecchia torre campanaria del tempio, un campanello suonò da solo, un suono distante e soffocato, come se venisse da un altro tempo. Il tempio, seppur in rovina, aveva un’atmosfera di attesa. Qualcosa stava osservando.

Grimsley si sistemò il colletto del suo giubbotto di pelle e fece un mezzo sorriso. "Beh, non è accogliente come una delle tue chiese, sorella, ma di sicuro ha fascino."

Suor Maria Rosalina strinse la presa sulla naginata, il cuore tranquillo ma la mente all'erta. "Qualcosa ci aspetta qui dentro... e non sarà amichevole."

Grimsley si fermò per guardarsi attorno, lasciando che la gelida nebbia iniziasse ad avvolgerlo. Quasi per scacciare quel freddo innaturale o forse quelle sensazioni inquietanti si avvese una sigaretta, lasciando che le volute di fumo si fondessero con quelle della nebbia.
"Bel posticino" commentò, varcando per primo la soglia ed entrando nel cortile abbandonato. Sapeva bene che in caso di guai, Rosy era quella più portata per affrontarli, ma più che della vista profetica della donna tendeva a fidarsi delle proprie percezioni. Avanzò cauto, pronto a percepire qualsiasi cosa fuori posto, mondana o meno.

Mentre Grimsley avanzava nel cortile, il fumo della sua sigaretta si disperdeva nella nebbia gelida, quasi come se il luogo lo inghiottisse. L'atmosfera attorno era stranamente silenziosa, ma un sottile ronzio vibrava nell'aria, come un'energia nascosta sotto la superficie.

Scrutando attentamente l'ambiente, notò qualcosa che a un occhio meno allenato sarebbe sfuggito: una strana distorsione nell'aria vicino al vecchio pozzo al centro del cortile. Era quasi impercettibile, ma sembrava che la nebbia fosse attratta verso quel punto, come se qualcosa la stesse risucchiando. Un portale? O un'altra manifestazione?

C'era certamente qualcosa lì, e non prometteva nulla di buono.

"Cosa c'è?" Chiusi la portiera alle mie spalle mentre rivolgevo la domanda al mio compagno, lo avevo fatto a bassa voce ma nel silenzio tombale di quel luogo sembrava quasi che lo avessi gridato. Avevo ancora la sensazione di disagio addosso mentre seguivo lo sguardo di Grimsley posarsi sul pozzo in mezzo al cortile, un brivido mi attraversò dalla testa ai piedi. No non era l'aria pungente della sera.

Osservando bene notai una leggera distorsione nell'aria, feci quindi qualche passo avanti, la naginata pronta nelle mani.

Il cortile sembrava immobile, ma mentre Suor Maria Rosalina avanzava con la naginata pronta, la distorsione attorno al pozzo divenne più evidente. L'aria sembrava tremolare come se il tempo stesso fosse in bilico, fragile. Qualcosa stava effettivamente accadendo qui, qualcosa di più antico di quanto avesse inizialmente sospettato.

Cosa sta succedendo qui?
Un portale si sta aprendo. La distorsione nell'aria è il segnale di un confine tra i mondi che si sta assottigliando pericolosamente. Il pozzo sembra fungere da epicentro, come se fosse stato utilizzato in passato per rituali oscuri, forse per aprire passaggi tra il nostro mondo e l'inferno. Il bambino scomparso potrebbe essere stato usato per alimentare questo passaggio, o forse è intrappolato oltre il confine.

Cosa si nasconde?
Dall'altra parte del portale c'è una presenza demoniaca. Non è ancora del tutto nel nostro mondo, ma sta cercando di attraversare. È potente, e sembra attendere il momento giusto per manifestarsi pienamente. Il portale potrebbe aprirsi da un momento all’altro, liberando la creatura.

L'aria attorno al pozzo si fece più pesante, come se lo spazio stesso stesse cedendo sotto il peso della presenza demoniaca in agguato.

"Ehi Rosy" Grimsley si affiancò alla donna. "Se oltre quel coso c'è un demone in attesa, i nostri problemi sono appena diventati due. Quello che si trova oltre il portale, e chi l'ha aperto... probabilmente con la morte del bambino." Grismley era molte cose, forse troppe, ma non ottimista. Quello mai.
Prese coraggio e si arrampicò sul bordo del pozzo, poi vi infilò direttamente la testa nell'anomalia magica.

Mentre Grimsley infilava la testa nel portale, una sensazione di gelo ancestrale lo colpì, come se stesse guardando direttamente negli abissi più oscuri dell'inferno. Il demone oltre il portale era potente, ma non del tipo caotico che attacca senza pensare. Questo era un demone stratega, uno che pianificava nel lungo termine. Grimsley poteva percepire la sua natura manipolatrice, un demone che seminava discordia e sofferenza attraverso il controllo e l’inganno, piuttosto che con la semplice distruzione.

Probabilmente faceva parte di una casta elevata, più incline a restare nascosto nell'ombra, controllando eventi e persone finché il momento non fosse stato perfetto per manifestarsi completamente.

Grismley tirò fuori la testa dal pozzo, il volto ricoperto di stalattiti di ghiaccio astrale. "Ok Rosy, una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che si tratta di un demone stratega: grande pensatore, ma attende il momento giuto per manifestarsi. Abbiamo tempo."

Grimsley saltò a terra con un gesto aggraziato.
"Quella cattiva è che se esce, son cavoli amari. Sbrighiamoci a trovare chiunque ci sia dietro a sto casino. Io scommetto sul tempio e il campanile. Andiamo?"
Detto ciò Grismley si incamminò verso l'entrata dell'edificio principale, ansioso di scoprire chi o cosa celasse al suo interno.

La sagoma imponente del tempio si stagliava davanti a loro, l'oscurità tra le colonne sembrava invitarli a entrare. Le vecchie porte di legno, ormai quasi divorate dal tempo, emettevano un cigolio sinistro quando Grimsley le spinse, facendo risuonare l'eco del loro arrivo all'interno dell’edificio. Un profumo pungente di incenso stantio, mischiato all’odore di muffa, colpì le loro narici mentre varcavano la soglia.

Le ombre danzavano sulle pareti di pietra, illuminate a malapena da qualche candela consumata che bruciava ancora, segno che non erano soli. Sui muri, simboli sacri e profani si mescolavano, creando un’atmosfera surreale. Il campanile si ergeva sul fondo del tempio, una spirale di scale che sembrava condurre verso il nulla.

Le scale del campanile scricchiolavano sotto i loro passi, un'eco sinistra che si perdeva nell'oscurità sopra di loro. Quando raggiunsero la sommità, un vento gelido sferzò i loro volti, proveniente dall'apertura di una piccola finestra rotta. Rosalina, con la naginata pronta, e Grimsley alle sue spalle, poterono finalmente vedere l'interno del campanile.

Al centro della stanza, una figura incappucciata stava tracciando simboli con del sangue sul pavimento, proprio attorno alla base della campana. L'aria sembrava vibrare leggermente, segno che il rituale era già in corso. Il portale, ancora instabile, iniziava a manifestarsi sotto forma di un'ombra irregolare che ondeggiava nell’aria, come un tessuto strappato tra i mondi.

La figura incappucciata non sembrava ancora accorgersi della loro presenza.

Rosalina si lanciò verso la figura incappucciata con la sua naginata in pugno, ma il pavimento irregolare e la scarsa illuminazione tradirono il suo slancio. Scivolò leggermente proprio mentre stava per colpire, perdendo l'equilibrio quel tanto che bastava per far sì che il suo attacco mancasse di precisione. La figura incappucciata si spostò di lato con sorprendente agilità, lasciando Rosalina vulnerabile per un attimo.

In quel momento, il rituale sembrò accelerare: i simboli di sangue iniziarono a brillare di una luce oscura, e l'ombra del portale ondeggiò più forte, quasi pronta a squarciare la realtà.

Dietro di lei, Grimsley vide l’opportunità svanire velocemente, mentre il rumore del portale diventava sempre più inquietante.

"Quel tipo è dannatamente veloce" commentò, più per consolare Rosy che altro.
Grimsley raccolse dentro di sè tutta la forza che poteva trovare, evocando il potere del suo sangue demoniaco: era certo che ne avrebbe pagato il prezzo, ma non era il momento di tenere il basso profilo o di esitare. I suoi occhi divennero due soli ardenti mentre si sintonizzò al rituale del loro avversario, con l'intento di congelarlo: avrebbe rallentato il rito e al tempo stesso obbligato il cultista a dedicare tutta la sua forza all'incantesimo, e non alla sua compagna di venture.

Il potere demoniaco di Grimsley esplose con furia, irradiando un'energia fredda e oscura che si avvolse attorno al cultista e al rituale come catene gelide. L'aria intorno a loro si fece immobile, mentre il ritmo frenetico del rito rallentò bruscamente, come se ogni parola pronunciata dall'incappucciato venisse intrappolata nel ghiaccio astrale.

Il cultista tremò visibilmente, incapace di muoversi, con gli occhi spalancati dall'orrore mentre il suo corpo veniva avvolto dal potere di Grimsley. I simboli di sangue che pulsavano si offuscarono, rallentando anch'essi e indebolendo l'apertura del portale. Rosalina ebbe un istante prezioso per riprendersi dal suo attacco fallito e riallinearsi all'azione, sapendo che il momento era cruciale.

Il portale, ora parzialmente bloccato, ondeggiava in bilico tra il chiudersi definitivamente e l'aprirsi del tutto.

Il colpo della naginata di Rosalina affondò con precisione mortale, spezzando il legame tra il cultista e il rituale con un suono netto. Il corpo incappucciato crollò a terra, emettendo un ultimo gemito soffocato mentre la sua energia vitale veniva strappata via. Le ombre che si erano aggrappate al portale si dispersero, e l'aria sembrò liberarsi, riacquistando un freddo normale, non più intriso di magia oscura.

Il portale, privo del controllo del suo maestro, iniziò a richiudersi lentamente, svanendo in un vorticare di energia residua. La minaccia imminente del demone stratega fu contenuta, almeno per ora.

Quando Rosalina e Grimsley si avvicinarono alla finestra, il gelo nell’aria sembrava ancora più intenso. Da quella posizione sopraelevata, il cortile del tempio era chiaramente visibile, immerso in una leggera nebbia che sembrava emanare dal pozzo. Nonostante il rituale del cultista fosse stato interrotto, il portale nel pozzo sembrava ancora pulsare debolmente, come una ferita non del tutto richiusa.

Nel centro del pozzo, una leggera distorsione continuava a scintillare, segno che il passaggio non era stato completamente chiuso. Le pareti del pozzo riflettevano un bagliore innaturale, e dal fondo si levavano deboli sussurri, come se qualcosa stesse ancora cercando di attraversare il confine.

La magia di Grimsley aveva rallentato il processo, ma qualcosa di più era necessario per chiudere il portale definitivamente.

"Ehi Rosy, mi sa che il lavoro non è ancora finito. Ho la sensazione che dovremo trovare il bambino... o quel che ne resta."
Grismley tornò al cerchio del rituale e al cadavere del cultista. "È andato giù come un arcangelo senza Grazia" ridacchiò il demone. Poi si accucciò sul corpo scostandone la veste, cercando di capire se ci fosse qualche indizio su di lui o sui segni tracciati sul pavimento.
"Le tue antenne divinatorie ti dicono qualcosa?"

Esaminando il cadavere del cultista e i segni tracciati sul pavimento, Grimsley notò qualcosa di strano. I simboli magici, benché inizialmente sembrassero comuni segni di evocazione, erano intrecciati con altri che riconobbe essere legati a un antico rituale di sacrificio. Questi simboli non solo servivano ad aprire il portale, ma indicavano anche un secondo luogo dove il sacrificio doveva essere completato.

Frugando tra le vesti del cultista, trovò un piccolo ciondolo raffigurante una figura distorta, mezzo umano e mezzo demone. Sul retro del ciondolo, una piccola incisione indicava un luogo vicino: il sotterraneo del tempio. Era evidente che il rituale non si sarebbe completato lì dove si trovavano, ma che una parte di esso si era già svolta altrove, forse proprio dove si trovava il bambino o quel che ne restava.

L'indizio era chiaro: sotto il tempio, qualcosa di nascosto aspettava ancora di essere scoperto.

"Credo che la magia oscura di questi cultisti stia facendo a botte col tuo sesto senso da Suora" commentò Grimsley, guardandosi attorno. Perfino lui sentiva la magia oscura che permeava il luogo, un'energia in attesa, ma di cosa?
Del sacrificio del bambino, sussurrò qualcosa dentro di lui.
Lasciò la zona centrale della grande sala del tempio alla donna, camminando lentamente lungo il perimetro ed osservano alcove, statue e qualsiasi cosa si trovasse. Anche il più piccolo simbolo poteva essere un indizio, e sperava di trovare qualcosa di simile al medaglione che aveva recuperato.

Mentre Grimsley scrutava attentamente le ombre lungo le pareti del tempio, qualcosa attirò la sua attenzione. Tra le alcove decorate, una delle statue sembrava diversa, non tanto per il soggetto raffigurato, quanto per la base leggermente sollevata rispetto alle altre. Avvicinandosi, notò che dietro di essa vi era un antico meccanismo che, una volta spostata la statua con un piccolo sforzo, rivelò una scala stretta e buia che scendeva nel cuore della terra: il passaggio verso i sotterranei che stavano cercando. Sembrava proprio il tipo di luogo in cui nascondere un sacrificio o completare un rituale oscuro.

Per quanto riguarda il rito interrotto, Grimsley iniziò a comprendere meglio la sua natura. Il sangue del bambino era solo l'inizio. Lo scopo finale del rituale era di canalizzare un'enorme quantità di energia oscura attraverso il sacrificio innocente, aprendo completamente il portale e permettendo al demone stratega di manifestarsi nel piano materiale, con un potere superiore a quello che avevano previsto. Il cultista, tuttavia, aveva fallito nel completare il rito, ed ora l'apertura del portale era solo parzialmente stabile, una ferita tra i mondi in attesa di essere chiusa... o di essere sfruttata da qualcun altro.

Le scale erano ripide e scure, con solo qualche fioca luce che filtrava dall'alto, mentre Grimsley e Rosalina scendevano lentamente nel passaggio appena scoperto. L'aria diveniva sempre più fredda, come se ogni passo li avvicinasse al cuore di una profonda maledizione. Il suono dei loro passi riecheggiava nelle pareti di pietra umida, spezzando il silenzio opprimente.

Alla base delle scale, si apriva un lungo corridoio in pietra grezza, fiancheggiato da torce spente da chissà quanto tempo. Un odore di terra umida e muffa permeava l'aria, ma al di sotto di tutto ciò, c'era un sentore sottile di sangue, fresco e ferroso. Sapevano di essere vicini.

Avanzarono con cautela, e alla fine del corridoio, la tenue luce di alcune candele gettava ombre irregolari su un grande portone di legno. Sulla sua superficie, simboli di protezione erano stati tracciati e poi violati, segno che qualcuno era già passato. Oltre la porta, il suono soffocato di un debole lamento li fece trasalire: il bambino, o qualcosa legato a lui, era lì dietro.

Rosalina riuscì a frenare il suo istinto, fermandosi un attimo prima di gettarsi alla cieca attraverso la porta. Riuscì ad aprirla lentamente, senza fare troppo rumore, ma il cigolio dei cardini tradì comunque la sua presenza. Entrando di soppiatto, vide una figura curva su un altare di pietra, dove un bambino giaceva immobile. Il cultista sembrava concentrato su un ultimo atto del rituale, il coltello sollevato sopra di lui.

Nonostante la discrezione con cui si era mossa, il cultista sollevò la testa al minimo suono, ora consapevole che qualcuno si trovava nella stanza. Rosalina avrebbe potuto avere ancora qualche istante per agire, ma sapeva che ogni secondo contava.

Il cultista si era mosso con una rapidità sorprendente, scivolando via prima che Rosalina potesse colpirlo. L'arma colpì il vuoto e l'eco del suo fallimento sembrava risuonare nel sotterraneo. Ora il coltello del nemico era alzato, pronto a completare il rituale. Il bambino sembrava inerme sull'altare, la vita appesa a un filo.

Il tempo era agli sgoccioli, e Rosalina sapeva che solo un intervento rapido avrebbe potuto fermare l'inevitabile.

Tutto si mosse rapido, più rapido dei riflessi di Grismley. Quasi neanche si accorse che la donna aveva aperto la porta, per poi partire all'attacco. Solo il cigolio dei cardini, che distrusse il silenzio come un sasso contro una vetrata di una chiesa, lo scosse dal torpore.
Rosy si lanciò verso il cultista, pronto a infilzare il bambino come uno spiedo col suo pugnale ricurvo. Grimsley gridò, un grido inumano che perforò la realtà stessa: catturò lo sguardo dell'avversario per un solo istante, ma tanto bastava.
"Sei in mio potere!" Pronunciò con strani suoni e arcane sillabe, il suono che sembrava percorrere traiettorie e frequenze anomale.

"Getta quel pugnale!" Comandò quindi il Demone: l'uomo non potè fare altro che obbedire, quasi l'ordine provenisse direttamente dalla sua stessa mente.
"Inchinati a terra, di fronte a me." Proseguì Grismley, lo sguardo acceso da lingue di fuoco magico. "E ora dimmi tutto ciò che sai: chi sei, cos'è il tuo culto, dove vi riunite. Tutto, voglio sapere tutto."

L'uomo, ormai privo di volontà propria, obbedì senza esitazione. Il pugnale cadde a terra con un rumore sordo, e il cultista si inginocchiò lentamente davanti a Grimsley, lo sguardo vuoto, come intrappolato nella nebbia del suo stesso incubo.

La voce che ne uscì era rotta e sommessa, come se fosse costretto a scavare nelle profondità della propria mente per rispondere. "Io... sono solo uno strumento. Il nostro culto... veneriamo gli Antichi... vogliamo aprire le porte, perché loro possano tornare. Il bambino... è solo uno dei sacrifici. Le nostre riunioni... nella cripta... sotto il vecchio cimitero. È lì che tutto deve finire... o iniziare."

Il corpo tremava visibilmente, come se ogni parola gli richiedesse uno sforzo immenso, mentre attendeva il prossimo ordine o, forse, la propria fine.

Grismley fissò il cultista impotente, ma non era ancora giunto il momento di terminare la sua esistenza. "Ho detto che voglio sapere tutto. Quanti altri ce ne sono di voi? Quando vi riunirete la prossima volta? Cosa vi hanno promesso gli Antichi? Parla, mortale!" Per la prima volta da tempo Grimsley non sembrava più lo stesso: la sua vera essenza traboccava dal suo guscio mortale foraggiata dall'odio.

Il cultista sussultò di fronte all'ira di Grimsley, incapace di resistere al potere che lo teneva soggiogato. Il tremolio nelle sue mani si intensificò mentre cercava di rispondere. "Siamo... pochi... ma sufficienti. Cinque, forse sei. Ci riuniremo quando... il ciclo sarà completo. Presto, quando le stelle saranno allineate... nel giro di pochi giorni... non posso sapere esattamente."

La sua voce si fece ancora più flebile, come se ogni parola lo stesse svuotando. "Gli Antichi... ci hanno promesso potere... vita eterna... il dominio su questo mondo quando torneranno. Ma... non tutti sopravviveranno alla loro venuta. Il sacrificio... è necessario."

Il cultista abbassò lo sguardo, svuotato di ogni speranza.

Grimsley annuì, l'energia che tornava a quietarsi e rifluire nel suo corpo. Con estrema lentezza raccolse il pugnale da terra, poi si avvicinò al cultista, fermo ad attendere il suo destino. Con un singolo colpo terminò il lavoro, poi si chinò per pulire il pugnale. Fu a quel punto che gli venne l'idea.
"Rosy, quanto manca ad Halloween?"
Grimsley sgignazzò, mentre manipolava il corpo del cultista iniziando a levargli le scarpe.
"Abbiamo qui giusto due vesti da cultista, perfetti per Halloween, no?"
Il demone si voltò verso la donna, incrociando lo sguardo del bambino che era nel frattempo tornato cosciente. Lesse terrore nei suoi occhi, così gli donò il suo miglior sorriso rassicurante.
"Sei al sicuro, ora. Ti riporteremo alla tua famiglia, poi andremo a finire il lavoro."
Vide il bambino stringersi ancora di più alle vesti della suora: ma andava bene così, Grimsley sapeva che il suo ruolo non era quello dell'eroe, del poliziotto buono, dell'angioletto.

Qualche tempo dopo il duo era appostato al cimitero: erano tre notti di fila che controllavano la zona, lasciando l'auto poco distante ma non in vista. Entrambi indossavano le vesti da cultista ed i relativi ciondoli, nel caso fossero necessari; i cappucci erano ben calati sulla testa, e Grimsley era certo che Rosy tenesse la Naginata smontata tra le pieghe interne del mantello. Restarono in attesa, scrutando le stelle, attendendo il momento in cui i restanti cultisti si fossero palesati: il bambino era salvo, ma dovevano ancora impedire guai ben peggiori.

La tensione nell'aria era palpabile, l'oscurità del cimitero sembrava avvolgerli completamente, solo il lieve fruscio del vento tra le tombe rompeva il silenzio opprimente. Rosalina e Grimsley attendevano con pazienza, i loro mantelli scuri li nascondevano alla vista, ma entrambi sapevano che presto il momento sarebbe arrivato.

Il tempo scorreva lentamente, finché un leggero movimento tra le ombre attirò l'attenzione del duo. Sussurri soffocati e passi furtivi si fecero strada tra le lapidi, rivelando diverse figure incappucciate che avanzavano verso il cuore del cimitero. I cultisti si stavano riunendo per completare ciò che avevano iniziato.

Il leader del gruppo, un uomo alto e dall'aria solenne, si avvicinò al centro del cimitero, dove una grande lapide di marmo bianco si ergeva. Iniziò a parlare, la sua voce profonda e cupa riempì l'aria mentre intonava parole in una lingua antica. I cultisti si disposero in cerchio, pronti a completare il rituale.

Era il momento.

Rosalina osservò attentamente i cultisti radunati attorno alla lapide, cercando di non attirare l'attenzione. C'era qualcosa di strano in quella scena: nessuna cripta visibile, nessun ingresso segreto come avrebbe immaginato. Ma poi, un piccolo dettaglio le balzò agli occhi.

C'era un simbolo inciso alla base della lapide, un disegno circolare che sembrava antico, consumato dal tempo. Quel simbolo, legato agli Antichi, pulsava debolmente, come se fosse un meccanismo nascosto pronto ad attivarsi. Rosalina si rese conto che la lapide stessa era l'entrata della cripta. Il culto non cercava una porta tradizionale, ma stava aspettando di aprire un passaggio segreto proprio sotto i loro piedi.

Il leader del gruppo iniziò a intonare delle parole in una lingua sconosciuta, e man mano che parlava, l'aria intorno a loro sembrava caricarsi di una strana energia. Rosalina percepì che il rituale non stava solo aprendo un passaggio per la cripta: il cerchio magico alla base della lapide sembrava essere progettato per risvegliare qualcosa di antico e malvagio. Il "ciclo completo" a cui il cultista aveva accennato riguardava proprio questo risveglio. Gli Antichi non erano solo figure mitologiche: stavano per essere richiamati in questo mondo.

Era chiaro ora: dovevano fermare il rito prima che il passaggio si aprisse completamente e qualcosa di terribile venisse liberato dalla cripta.

"Questa è una sorpresa anche per me, Rosy" commentò Grimsley. "Anche per noi Demoni gli Antichi sono leggende, relegati al folklore: si dice che siano i primi demoni, le entità progenitrici nate dal Caos stesso. In pratica i miei bis-bis-bis-bis-bis-bis-bis-bis-nonni."
Grimsley tornò a fissare la lapide, nascosto anch'egli dall'albero.
"Se ho capito correttamente, quella lapide cela e blocca un passaggio tra il mondo mortale e il mondo demoniaco. E per aprirla serve completare il rituale. Probabilmente necessitano di un demone per farlo, e questo è il motivo per cui ne stavano risvegliando uno al vecchio tempio." Il Demone indicò il cerchio sul terreno.
"Guarda là, il cerchio luminoso: vogliono evocare un nuovo demone direttamente qui. Senza il luogo ed il tempo giusto richiederà un prezzo molto più alto: probabilmente le anime di tutti gli accoliti. Forse non è stata una buona idea indossare questi..." afferrò il ciondolo e lo scagliò nell'erba: l'oggetto si illuminò debolmente di una luce rossastra, prima di spegnersi del tutto. Guardò Rosy fare lo stesso.
"Direi che il nostro piano di infiltrazione non ha più senso, visto che non c'è nulla in cui infiltrarci. Dobbiamo andare là e fermare l'evocazione prima che..."
Un tremore scosse il cimitero: la terra mancò per un attimo sotto i piedi dei presenti; alcune vecchie lapidi crollarono, e così il tronco dell'albero dietro cui si stavano nascondendo. Grismley afferrò l'albero prima che potesse schiantarsi sulle loro teste, e riuscì a deviarne appena la caduta.
Sollevò lo sguardo, scrollandosi la polvere di dosso: due cultisti lo stavano fissando di rimando.
"Okay Rosy, è il momento del piano B. B come botte!"

"Ehi, non pensare che possano usarmi come un burattino! Ho faticato secoli per ottenere la mia indipendenza... quasi indipendenza" Grismely si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa di utile: era tempo di fare le cose in grande.
Tirò fuori il revolver, già carico e pronto all'uso. "Boom, baby!"

La battaglia esplose in un attimo, e i cultisti, presi alla sprovvista, non avevano tempo di reagire adeguatamente. Rosalina avanzò decisa verso il capo del gruppo, la naginata vibrante nelle sue mani mentre fendette l'aria con precisione. Il colpo andò a segno, e l'uomo cadde a terra, stordito dalla potenza del suo attacco.

La tensione nell'aria si intensificò mentre il rituale iniziava a vacillare. L'energia negativa che permeava il cerchio sembrava volerla respingere, ma la suora manteneva la sua posizione, decisa a non permettere che gli Antichi fossero richiamati. Il cerchio brillava ancora, ma la caduta del capo cultista aveva spezzato parte della sua influenza.

Nel frattempo, Grimsley prese di mira i due cultisti che si erano accorti della sua presenza. "Boom, baby!" La sua risata echeggiò nel cimitero mentre premeva il grilletto del revolver. Due colpi, precisi e letali, partirono verso i loro bersagli. Il suono dei proiettili rimbombò nell'aria e i cultisti caddero a terra, senza avere il tempo di reagire.

La situazione sembrava ora sotto controllo, ma qualcosa continuava a ribollire nel terreno sotto di loro, un'energia che non si sarebbe fermata senza ulteriore intervento.

"Rosy, il rituale è già avviato! Devono averlo predisposto prima che arrivassimo! Fermalo, spacca qualcosa!" Gridò Grimsley, mentre prendeva la mira verso un ultimo cultista, in fuga.

Rosalina lanciò l'incantesimo contro la lapide, ma la magia rituale era troppo potente. Invece di colpire il bersaglio, l'energia le sfuggì di mano e si ribellò, come se il cerchio stesso si fosse difeso. Un'ondata di forza arcana la investì, scaraventandola all'indietro, facendola atterrare con violenza sul terreno.

Mentre Rosalina veniva scaraventata via dal cerchio, il rituale raggiunse il suo apice. Le linee tracciate a terra brillarono di un rosso pulsante, mentre un'ondata di energia magica si diffuse dal centro del cerchio. L'aria si riempì di elettricità, e le fiamme invisibili che avevano impregnato l'aria sembravano divampare sempre più forti.

All'improvviso, il terreno sotto la lapide cominciò a tremare e a creparsi, ma invece di spaccarsi del tutto, rivelò solo una fessura nera. Dalla crepa si levò una figura avvolta in fiamme purpuree: un demone, alto e scheletrico, con corna ricurve e occhi di fuoco. Le sue ali membranose, spezzate e lacerate, si spiegavano nel piccolo spazio del cerchio, mentre il suo volto, lungo e scheletrico, si voltava lentamente verso il cultista rimasto e verso Rosalina e Grimsley.

La creatura emise un ruggito cavernoso, la sua presenza saturava l'aria, distorcendo la realtà attorno a sé. Tuttavia, il sigillo per l'evocazione degli Antichi era ancora intatto. Questo demone era solo un tramite, il primo passo, e il vero pericolo sarebbe venuto dopo, se fosse riuscito a completare il suo compito.

Con un ringhio gutturale, il demone fissò la lapide, pronto a infrangere il sigillo e aprire il passaggio per gli Antichi.

Grimsley fissò il demone, osservandone l'aspetto, spesso rivelatore dei suoi poteri: era un Demone della Quinta Cerchia, potente e risoluto. Incrociò il suo sguardo prima che la creatura spostasse il suo verso la lapide: aveva già compreso il suo compito, ora era tutta questione di pochi minuti. O forse istanti.

Mentre Grimsley osservava il demone della Quinta Cerchia, studiandone i movimenti e l'aura oscura che lo circondava, gli tornò in mente un frammento di antica conoscenza demoniaca. Queste creature, in apparenza quasi invincibili, avevano un punto debole: il loro legame con il mondo fisico era instabile, e ciò li rendeva vulnerabili a oggetti sacri o incantati, specialmente quelli forgiati con l'intento di scacciare le forze del male.

Le armi normali avrebbero a malapena graffiato la creatura, ma qualcosa di intriso di potere divino, come la naginata benedetta di Rosalina, avrebbe potuto infliggergli danno. Tuttavia, c'era anche un altro metodo più diretto e rischioso: distruggere il sigillo che l'aveva evocato. Questo lo avrebbe destabilizzato, rendendolo vulnerabile ma forse anche più violento.

Rosalina si lanciò verso il demone, impugnando la sua naginata con determinazione. L’energia sacra che permeava l'arma brillava appena mentre tagliava l'aria, puntata dritta verso la creatura. Il demone, già rivolto verso la lapide, fu colto di sorpresa e indietreggiò leggermente, ma non abbastanza. La lama affondò nel suo fianco, strappando un grido gutturale e rabbioso dalla creatura.

L’impatto fu devastante, ma il demone non si fermò: i suoi occhi fiammeggianti si fissarono su Rosalina con un odio primordiale. La ferita era profonda, e Rosalina sapeva di aver rallentato la bestia, ma non era abbastanza per fermarlo. L'energia negativa attorno al cerchio rituale sembrava ribollire ancora di più mentre il demone si preparava a contrattaccare.

Grismley si guardò attorno: Rosalina era partita all'attacco del Demone, impedendo che questi arrivasse alla lapide. Tuttavia aveva lasciato campo libero al capo dei cultisti, congelato momentaneamente nel terrore: se fosse per la morte dei compagni, l'apparizione del demone o la furia di Rosy, non era dato saperlo.
Grimsley sollevò la pistola, pronto a sparargli; poi la abbassò. "Maledizione!" Urlò più a sè stesso che ad altri, lanciandosi nella mischia. Schivò il manico della naginata della suora combattente e i letali artigli della bestia, cercando di guadagnare una posizione poco invidiabile ma necessaria: raggiungere il centro del cerchio di evocazione e cancellarne la runa principale.

Grimsley si gettò nel caos della battaglia, sentendo il battito frenetico del suo cuore demoniaco mentre schivava colpi mortali. La naginata di Rosalina e gli artigli del demone tagliavano I laria a pochi centimetri da lui, in un caotico balletto di violenza. Riuscì a farsi strada verso il centro del cerchio, dove le rune incise pulsavano con una luce sinistra, alimentando l'evocazione.

Si inginocchiò, sferzato dall'energia arcana, e allungò la mano verso la runa principale. Tuttavia, la potenza magica che si irradiava da essa sembrava respingerlo, come una forza invisibile pronta a fargli saltare via il braccio. Nonostante la sua resistenza sovrumana, Grimsley capì che non sarebbe stato facile: con un ringhio, cercò di cancellare l'incisione, le sue dita tremanti per lo sforzo.

La pressione crescente della magia lo schiacciava, rendendo ogni movimento doloroso, ma con uno sforzo titanico riuscì a intaccare la runa, che brillò di una luce fioca. Non abbastanza per fermare del tutto l'evocazione, ma sufficiente a destabilizzarla. Il demone, infuriato, si accorse del suo gesto e ruggì, rivolgendosi verso di lui con occhi ardenti di vendetta.

Rosalina si scagliò con tutta la sua forza, cercando di infliggere un colpo deciso al demone prima che potesse raggiungere Grimsley. Ma i l demone, avvertendo il pericolo, si girò all'ultimo istante. Con un ruggito rabbioso, afferrò l'asta della naginata a mezz'aria, fermandone i l colpo a pochi centimetri dal suo corpo.

Con una forza brutale, il demone strappò l'arma dalle mani di Rosalina e la scaraventò lontano. Poi sollevò una zampa artigliata e colpì Rosalina, scagliandola contro una lapide vicina. La suora sentì l'impatto duro contro la pietra, e un dolore acuto si irradiò lungo la schiena.

Nel frattempo, la destabilizzazione del cerchio iniziava a dare segni evidenti: il terreno tremava, e l'energia arcana pulsava in modo irregolare, minacciando di esplodere in una scarica di pura violenza magica.

Grimsley guardò Rosalina volare sopra di lui, scaraventata dalla forza bruta del Demone. Si guardò intorno, cercando una soluzione.
"Per tutti i demoni infernali, cosa mi tocca fare!" Gridò, lanciandosi verso la Naginata della donna. Quando la afferrò la pelle della mano iniziò immediatamente a bruciare, reagendo alla sua carne demoniaca.
Stringendo i denti, la strinse ancora maggiormente, poi si voltò verso il Demone.
"Muori, bastardo!" Gridò, scagliando l'arma con tutta la forza che aveva contro la bestia.

Grimsley lanciò la naginata con precisione letale, e l'arma sibilò nell'aria, avvolta da una lieve aura brillante che sembrava reagire alla natura demoniaca di entrambi gli avversari. La lama colpì il demone nel punto in cui Rosalina aveva già inferto il suo primo attacco, affondando in profondità con un sibilo rovente.

Il demone emise un urlo di dolore inumano, e l’energia oscura che circondava la sua forma cominciò a vacillare. L’essere, barcollando all’indietro, si contorse nel tentativo disperato di rimuovere l’arma, ma la naginata restava incastrata, incenerendo le sue carni a contatto.

La destabilizzazione del cerchio continuava ad aumentare, e l’intero cimitero era ora avvolto da un’atmosfera sempre più instabile. Grimsley sapeva che non avevano molto tempo: il rituale interrotto si stava riversando in energia incontrollata, e se il demone non fosse caduto del tutto, poteva accadere qualsiasi cosa.

Rosalina, riprendendosi dolorosamente, vide il demone vacillare e comprese che il colpo di Grimsley aveva indebolito la creatura.

Rosalina, barcollante ma determinata, avanzò con la forza della disperazione. Il demone, ormai ferito e contorto dalla naginata sacra, lanciava sguardi furenti verso di lei, cercando di estrarre la lama con un ghigno feroce. La suora lo fronteggiò, piantando nuovamente i piedi e serrando i denti mentre raccoglieva la forza necessaria per il colpo finale.

Con un movimento deciso, afferrò il manico della naginata e, sfruttando la vulnerabilità momentanea del demone, spinse l'arma ancora più a fondo, perforando ulteriormente il punto debole già aperto dall’attacco precedente. Un’ondata di luce scaturì dall’arma, avvolgendo la creatura in un bagliore che consumava il suo corpo demoniaco dall’interno, facendolo vibrare di energia purificatrice.

Un ululato inumano ruppe l’aria e il demone collassò lentamente, dissolvendosi in un cumulo di polvere nera che scomparve nel nulla.

"Ehi Rosy, quasi quasi preferivo i cultisti" Grimsley soffiò sulle mani, come se potesse servire a qualcosa. Ne allungò una per aiutare la compagna di ventura, poi ci ripensò.
Si guardò attorno, sconsolato: l'ultimo cultista era ormai fuggito, ma almeno il sito era salvo. Osservò la stele per parecchio tempo, per sicurezza, cercando di notare se vi fosse un qualche movimento, bagliore o qualsiasi cosa non fosse tipico di una pietra.
"Direi che qui abbiamo finito, ma il sito va messo in sicurezza: non possiamo lasciare un punto caldo incustodito."
Sogghignò, mostrando un sorriso a trentadue denti alla Suora.
"Dopotutto voi siete bravissimi a costruire su siti di potere demoniaco, no?"
Non era solo uno scherno, ma una verità: spesso i siti più efficaci dove svolgere rituali di evocazione erano proprio siti sacri. Quelli abbandonati e sconsacrati, poi, erano la manna dal cielo per cultisti e adepti del Caos.
"Devo dire che non pensavo di dover menare le mani così duramente. Tutto il mio fascino sprecato con qualche zelota e un demone puzzolente. Bah."
Tirò un calcio a un segno del cerchio di evocazione, ormai ridotto a mera pittura inerte.
"Mi sa che guidare è fuori questione, almeno per il momento." Fissò la suora, intensamente, attendendo una proposta.
"Ce l'hai la patente, giusto?"