Capitolo 1: chi ha paura del Ronin?

[PALAZZO HININ]
Esce dalla meditazione e si gira in cerca dei compagni: "Qualcosa, o forse nulla, è passato di qui. La risposta che cerchiamo passa nei meandri di questo palazzo. Il nostro destino passa per questa terra." E così dicendo si china a raccogliere un po' di sabbia che filtra in una grossa crepa dell'asfalto del parcheggio, crepato e bucato.

Quando viene presentata agli allievi accenna loro un lieve inchino, quando viene invitata a collaborare per una dimostrazione guarda sorpresa Hatori a cui però si rivolge con un profondo inchino:
"Sarà un onore Sensei, farò del mio meglio e farò in modo di cogliere l'occasione per migliorare dove necessario..."
Si mette poi in posizione di attesa, pronta a salutare con rispetto il proprio avversario secondo i canoni del cerimoniale a lei noto...

Matsu Hatori

Si inchina a sua volta, poi si gira verso un allievo: "Hanzo, vai tu."
Il ragazzo sorride soddisfatto e corre dietro un paravento, da dove torna portando un cilindro metallico e lo appoggia tra voi due. Hatori si nginocchia e tu lo imiti.

Matsu Hatori

Preme un pulsante sul cilindro e questo si apre, rivelando una base cava in cui sono inserite tazzine e attrezzi, e la superfice superiore diventa una griglia riscaldante. Da un lato esce un proiettore olografico che materializza a mezza altezza un quadretto con una pegamena su cui è dipinto a mano un solo kanji, e un piccolo vasetto con dentro una orchidea fiorita. Hatori si inchina ancora e ti dice: "Sarà un onore essere servito da lei."
Il "duello" sembra cominciare con una cerimonia del tè. Cosa che hai studiato solo a scuola, ma per fortuna hai anche studiato agli studios perché fa parte del bagaglio di qualunque buon attore.

Segue passo passo la procedura cerimoniale che ha studiato al momento di diventare samurai, partendo dell'apparecchiatura della tavola fino al servire il tè caldo. Senza esitazione è in quel momento che si rivolge ad Hatori con parole apparentemente criptiche:
"Ho accettato l'onere e l'onore di percorrere la via della caccia per riuscire a raggiungere la consapevolezza di capire se il leone in gabbia è vittima o carnefice, e per fare ciò ho necessità di sapere tutto quanto è possibile sulla leonessa che fino ad un decennio fa accompagnava quel leone e che era conosciuta anche dal Drago Alato..."

Akane guarda alla sabbia versata da Akira, annuendo pensosa. Non capita spesso di avere accesso a shugenja recentemente, rende le indagini molto più facili. chissà cosa ha fatto per finire senza clan...o se non vuole avere un clan.

"Allora non dovremmo perdere tempo. Se permettete, preferirei andare prima, ho conosciuto questa gente in passato." Avanza con sicurezza verso l'entrata, ma si controlla comunque la giacca di kevlar sotto i vestiti civili. Per quanto ricordi affettuosamente molti hinin del palazzetto, sa anche cosa può fare la disperazione alla gente.

[CASERMA MATSU]
Esegui la cerimonia con eleganza e una certa teatralità. Sbirci gli occhi degli alunni, concentrati e ammirati dall'esecuzione. Anche Hatori si a suo agio nella cerimonia.

Matsu Hatori

Partecipa alla cerimonia. Riceve la tazzina, e come da rituale attende si raffreddi ascoltando al tua domanda. Ti fissa, con sguardo serio, ma non duro. Poi guarda oltre la tua spalla: "L'onore è semplice. L'onore è sincero. Se l'onore viene violato, il samurai deve difenderlo. Al samurai non serve altro, non c'è bidogno di altro. Lo zen, il vuoto, la sublimazione del tutto." Poi beve, e portate a termine la cerimonia.Finita la cerimonia, un alunno richiude il set e lo porta via. Mentre un altro vi porge due bokken.
Dopo un istante di occhi negli occhi, Hatori scatta in piedi e si mette in posizione di estrazione, con bokken nella sinistra tenuta al fianco e la destra sul manico.

Matsu Hatori

"Samurai! A voi l'attacco!"

[PALAZZO HININ]
Vi avvicinate al portone, una semplice porta doppia di metallo grigio scrostato.
La porta è solo accostata. Aprite con circospezione, senza entrare.
Davanti un corridoio di cemento, l'intonaco scrostato per terra, assieme a macchie di umidità, come sul soffitto. Odore di muffa, più qualcosa come di chimico, pungente.
Una fila di porte, di finto legno con pomelli di ottone arrugginito. Alcune sono socchiuse.
In lontananza sbattere di stoviglie, voci, un pianto.
Fate qualche passo dentro. Dagli spiragli di una vedete un salotto con un tavolo con una tovaglia di moda cent'anni fa e un divano con una toppa.
Da un paio di porte più oltre, sapete che qualche occhio vi sta guardando, di nascosto. Una porta si chiude con uno scatto secco.

Akane, ricordi questo corridoio. Al tempo le camere erano ricoveri per senza tetto, infatti non hanno la serratura. Di certo era tenuto meglio, anche se non certo ricco.

"Hmmmm, capisco..." in sintesi riferisce quanto ha scoperto all'hacker.

Per quanto riguarda l'entrata a palazzo, evita di buttarcisi dentro a capofitto, come se fosse un'idiota.
Confida agli altri "Mi sa che qualcuno ci stava osservando..."

[CASERMA MATSU]

[CASERMA MATSU]
Aisha si alza, si mette in posizione e parte con un fendente dall'alto.
Hatori fa schizzare il bokken fulmineo a deviarne l'attacco di lato.
Da qui comincia un rapido scambio, Hatori ben piazzato sui piedi fa valere la sua stazza maggiore e la rapidità con parate e contraccolpi potenti, che Aisha devia e schiva con un combattere elegante e vorticante, che ricorda a metà un balletto. Ma dopo quattro o cinque scambi, Hatori ne prevede una schivata e riesce ad agganciarle il braccio sinistro con il suo, e da lì esegue una proiezione di jujitsu trascinandola a terra con sè, per poi fare il gesto di colpirla alla gola col taglio della mano.
Il tempo rimane un istante fermo, poi Hatori si avvicina al volto di Aisha con il volto deformato dalla furia, il respiro repido.

Matsu Hatori

Sussurra: "Il Leone è stato ferito, l'onore insultato, un duello rifiutato. Ciò è quel che importa ora, la serpentella velenosa non esiste più ora. Non c'è altro da dire."
Poi si allontana e porge la mano ad Aisha per aiutarla ad alzarsi: "Bello scontro, la ringrazio." E si inchina: "Può andare ora."
Poi verso gli studenti: "Oggi abbiamo imparato una lezione: dove non arriva la spada, può arrivare il braccio. Adesso a coppie, sperimentiamo il jujitsu con la spada in mano."
E si disinteressa della samurai.

Accetta la mano per rialzarsi, anche se lo ha visto piuttosto esagitato, ma con distacco, mentre si alza, dice:
"A quale leone si riferisce? Ad ogni modo attenderò la fine della lezione, purtroppo devo farle un altro paio di domande... I miei compagni nel frattempo andranno nella gabbia è parleranno con il colpevole..."
Poi si allontana prendendo posto dove può tenere d'occhio il Matsu, massaggiandosi il braccio e sorridendo ai ragazzi, come a dire che si sarebbe resa disponibile per fare da spanning partner per gli esercizi a coppia...

[CASERMA MATSU]

Matsu Hatori

Quando sente le tue parole, il volto severo ma comprensivo ha una smorfia di disgusto. Mentre gli passi accanto sibila con livore: "Quante parole. Le mie, le ho già dette tutte."
Poi ti ignora e continua a fare lezione.

[PALAZZO HININ]
Mentre vi guardate intorno, ancora sulla soglia, da una porta poco più avanti si sente provenire un grido ripetitivo: "Oh oh oh!" Accompagnato da un tintinnare ritmico di campanelle. Dallo spiraglio della porta socchiusa una luce rossa intermittente illumina un volto di bambino, prima nascosto dall'oscurità dentro l'appartamento, che sbircia verso di voi.

Rimane in silenzio, dietro Akane come chiesto, osservando con calma e aspettando il momento giusto per qualunque cosa, pronta a meditare o far qualunque cosa sia necessaria per riuscire a trovare la risposta che parzialmente ha già ricevuto fuori. Sta ad aspettare le azioni della compagna, pronta a tutto, pronta anche a cercare una pergamena per scrivere una lettera come da tradizione, in attesa di poter fare rapporto, come richiesto.

Akane osserva il palazzo attorno a lei guardinga, ma quando il bambino si fa vedere, fa una cosa strana per lei- sorride, non un sogghigno sardonico, ma un vero sorriso. "Buongiorno a te. Il mio nome è Akane, e questa è la mia compagna Akira. E tu come ti chiami?" Si piega sulle ginocchia, per abbassarsi alla sua altezza.

"Ma è Natale?" si chiede nella mente quando sente il tintinnio. Abbassa poi lo sguardo sul bambino e quando Akane finisce di chiedere la sua domanda, chiederà: "Abiti qui, giusto?"

[PALAZZO HININ]
Il volto appena illuminato del bimbo rimane un attimo immobile, lo sguardo titubante. Poi con la mano scosta piano la porta, che cigola.

bimbo hinin

Esce un mezzo passo, in braccio un pupazzo vestito di rosso con barbone e cappello a punta, addosso un vestito dal colore slavato, la testa rasata, rotonda. Vi guarda un momento con la bocca mezza aperta poi chiede: "Voi siete samurai?"

In quel momento da dentro arriva di corsa una ragazza che gli si china dietro, abbracciandolo.

hinin ragazza

"Jiko, che fai! Lascia stare questi signori, non li disturbare, vieni via."
La voce dimessa, china la testa più volte, ma quando è arrivata avete visto che ha delle grosse macchie sul volto, come chiazze di sangue, o graffi, sottopelle.