Capitolo 1: chi ha paura del Ronin?

[CASERMA MATSU]
Intanto, Aisha è seduta buona in un angolo, intanto che Hatori prosegue la lezione. E le torna in mente la rigida accademia Matsu, che ha frequentato durante la scuola nei corsi di kenjetsu. Al quadrato.
Hatori è un sensei duro e inflessibile al limite del sadismo, sembra si diverta a punire gli studenti, tanto che più d'uno viene cacciato per il solo fatto di essere stato colpito ed essere ferito. Magari da lui.
Barricandosi dietro il fatto che in guerra nessuno fa sconti. E condenso tutto con perle di bushido, antica saggezza e filosofia.
Al termine della prima ora, entra la classe successiva, e il cambio viene fatto tramite una cerimonia del tè tra gli studenti dei due corsi.
Cosa che fa capire che non ha intenzione di fare una pausa.

Non si muove dalla palestra, occupandosi di addestramenti in solitaria o offrendosi come partner per gli esercizi di coppia. Nei momenti di stanca ammira le armi e se può, chiedendo il permesso al sensei, si esercita con esse, qualora sia necessario pulendole e rimettendole in rigoroso ordine.

[CASERMA MATSU]
Sulle prime Hatori ignora Aisha.
Ma vedendo che si propone, le affida gli allievi che lo fanno arrabbiare, con epiteti come "Prova a vedere se con una balleria ce la fai!"
Non le lascia però toccare le armi, pare essere piuttosto rigido anche nell'ordine.

I suoi occhi brillano dietro gli occhiali. uno spirito, eh? Affascinante...se solo avessimo più shugenja il mio lavoro sarebbe molto più semplice. Akane annuisce ad Akira, facendole segno di alzare la testa. "Alza la testa, Akira-san, hai ben diritto di stare eretta ora come ora. Il nostro sentiero è chiaro: oltre all'utilità di questo favore, Onore e Rettitudine ci impongono di onorare gli spiriti. Ma ne parleremo più a lungo, in separata sede."


Una volta raggiunta la sala, Akane si siede con grazia, guardando la folla con sguardo penetrante. La ferisce un po' sapere che non sarà mai più considerata una di loro, e anzi temuta e odiata come samurai dello Scorpione, ma sa bene che questo è il suo compito. Uno Scorpione beneamato è un pessimo Scorpione. "Grazie per l'ospitalità. So che lavorate duro, quindi non vi tratteremo a lungo, prometto che saremo brevi." Beve un sorso dalla tazzina, più per cortesia che amore per questo pessimo tè. "Avete accennato a tempi migliori per la vostra comunità in passato, venerabile anziana. Vi prego di parlarmene un po' più a lungo."

Akira annuendo la segue, sentendo che lei ha un idea. Essendo una ronin, è di un grado inferiore di un samurai normale, segue e per tutti i dettami del bushido, resta ad ascoltare, pronta a tutto, bevendo quel che serve per fare la cerimonialità come si deve, dando Onore e Rispetto a ogni essere dell'impero celeste in cui vive, aspettando di sapere dove i kami decideranno che lei dovrà andare.

[PALAZZO HININ]

Chumi anziana hinin

"Mia signora, dobbiamo tanto alla Ichiro, loro ci danno da lavorare e ci vendono ciò che serve per vivere. Ma la sorte ci è avversa, da qualche anno. Due o tre anni fa, la nostra salute era buona, il lavoro era duro ma erano più che altro incidenti che funestavano la nostra comunità. Ma da qualche tempo, questo genere di malattie" e si indica la pelle nerastra "hanno cominciato a moltiplicarsi. E per fortuna che i santi della clinica Kaimetsu-uo Traditional Medicine hanno pietà di noi e ci curano gratuitamente. Ma questo male... i monaci dottori dicono che sono i nostri geni. Ma noi anziani abbiamo percepito la terra, la terra diventare cattiva. Si sente l'odore, si sente il male, giù sotto il palazzo. Tanto che nessuno ci va più da solo, qualcosa attende, nell'ombra." Attorno, le persone mormorano e accennano di sì con la testa. "I padroni Ichiro hanno più volte chiesto aiuto, ma nessuno ci ha mai dato retta. L'unico a venire è stato quel giovane Hida, settimana scorsa. Ha detto che ci avrebbe aiutato. Purtroppo la sorte gli è stata avversa, le sette Fortune ci sono avverse..." Chiude sconsolata facendo di no con la testa.

Annuisce alle parole dei lavoratori, e poi constata: "Capisco... davvero disdicevole che vi mettano in queste pessime condizioni lavorative"

Akane serra le labbra. Il destino degli hinin nel Rokugan è qualcosa che conosce fin troppo bene, ma sa anche che lei non ha la possibilità di cambiare niente. Tutto ciò che può fare per loro è proteggerli da coloro che gli fanno del male. "La Ichiro mostra certo una tenacia di ferro, tenendo duro nonostante tali condizioni per i loro lavoratori." Un complimento che nasconde un opinione ben diversa dell'azienda, ma questo è tutto ciò che Gentile Cortesia le concede di dire. "Non temete, qua con me ho giusto un samurai della famiglia Kuni e uno shugenja. Se c'è davvero del male che si annida nelle profondità, sono la gente giusta per combatterlo." Piega la testa. "Quindi la gente della clinica vi cura gratuitamente...davvero nobile da parte loro. Hanno altri pazienti oltre a voi? Pazienti paganti?"

[PALAZZO HININ]

Chumi anziana hinin

"Mia signora, sono stata poco alla clinica, ma certo hanno altri clienti paganti."
Si gira a guardare gli altri, e diverse teste annuiscono, alcuni accennano ad aver visto il tal samurai o il tal altro.

"Capisco" Annuisce alle parole di tutti. Pensa nella testa "Be', almeno sappiamo qualcosa in più..." lo sguardo diventa corrucciato.

Mi metto a meditare, preparandomi mentalmente ad andare giù a combattere, potrebbe sembrare una mancanza di rispetto, però mi siedo a terra e medito, ignorando quel che circonda e concentrandomi per sentire tutto quel che posso attraverso la meditazione.

[PALAZZO HININ]

Akira, la tua continua meditazione purifica il tuo spirito tanto che riesci a percepire un raro sprazzo di vuoto e verità. Recuperi 5 Punti Potete e un Benny.

"Hmm." Akane annuisce pensosamente, non mostrando la sua delusione. Se la loro copertura fosse stata così debole, Shin li avrebbe già arrestati tempo fa. "Bene, sarebbe spiacevole vedere una così onorevole azienda in perdita. Tanto per curiosità, come funziona il loro trattamento? Se è così efficace forse potrebbe avere sviluppi anche in altri campi della medicina, sono sicura che la mia compagna avrebbe piacere di sentire la vostra esperienza, da pazienti." Annuisce verso Kaede.

[PALAZZO HININ]

Chumi anziana hinin

Abbassa la testa, imbarazzata: "Mia signora, siamo solo poveri minatori, non ci intendiamo di medicina."
Si gira verso gli altri.
Gli altri hinin raccontano qualche sprazzo di esprerienza, più che altro riferita, perché a quanto scoprite la maggioranza di chi si ammala seriamente non torna indietro. Comunque, sembra che i tratamenti siano sostanzialmente farmacologici, viene somministrata una serie di farmaci, e per il resto vengono fatti esami e monitoraggi.

@ericholzer
Takamori riceve un allarme dalle telecamere che teneva sotto controllo. Ma non è per una segnalazione di movimento, ma di qualcosa che sta cercando di infiltrarsi nel sistema.
Se vuole andare controllare, deve tornare alla sede Ichiro.

[CASERMA MATSU]
@Kalimon Aisha, durante la lezione aiuti qualche studente a combattere.
Hatori non ti degna di grandi sguardi.
Ma quando la lezione finisce, tutti escono, e Hatori fa per seguirli.
Ti supera, arriva alla porta, poi si ferma e si gira: "E lei... non può stare qui." Sembra un po' contrariato, e ti si avvicina, ma poi sospira e quasi sorride: "Mi dica, non ha intenzione di togliersi da qui prima di avere avuto quello che vuole vero? Ma mi dica, quante parole di troppo vuole ancora farmi dire?"

Occhieggia, provando a mostrare la parte più persuasiva di sé, poi con tono vagamente contrito risponde:
"Sfortunatamente non posso fare altrimenti, come le ho accennato, se non troviamo la soluzione a questa situazione anomala, IO non posso riprendere il mio vero lavoro, al momento ridotto all'osso, e non perché non sia brava o non sia richiesta..." Mette l'accento sulla parola 'vero'.
Poi resta silenziosa qualche attimo, sorridendo un poco prima di concludere:
"Spero che le altre parole che mi vorrà dire siano poche e decisive, da par mia farò in modo che quanto detto tra noi resti nell'ambito delle indagini, così che i probabili avvoltoi a caccia di scoop, restino abbastanza a becco asciutto..."