Vi diregente sul confine della città, al limitare dei quartieri Crab, sulle colline.
Ripercorrete la strada fatta dal camion, finché finite sulla via che costeggia lo slum, che ne delinea anche il confine.
Sulla sinistra, scorrate accanto a caseggiati bassi, poveri e scrostati, di appartamenti o piccole fabbriche, con qualche minimarket, locale o negozio. Poveri, ma dignitosi.
Sulla destra, invece, caseggiati più abbandonati che altro, diversi in parte crollati. L'ordine e la pulizia hanno lasciato il posto a mucchi di detriti e spazzatura, molti residui metallici dalla provenienza più o meno identificabile, punteggiati da capannelli di sbandati, da punti di ricovero di senzatetto, lontani dalla vista per non venire identificati, a gruppi di sbandati accampati in garage abbandonati o ex locali, con facce e atteggiamenti da malavitosi, o giovani in cerca di brividi o illegalità.
Raggiungente il punto in cui il camion ha voltato nello slum, per una stradina rotta e dissetata. Ai lati, un mucchio di copertoni e la carcassa di un'auto bruciata e poggiata in verticale contro il palazzo a fianco ne restringono l'accesso. Seduti sui copertoni tre tizi con facce da punk, pelle, borche e capelli colorati, fumano a guardando chi passa.