I Cultisti del Tempio di San Vincenzo

Il colpo della naginata di Rosalina affondò con precisione mortale, spezzando il legame tra il cultista e il rituale con un suono netto. Il corpo incappucciato crollò a terra, emettendo un ultimo gemito soffocato mentre la sua energia vitale veniva strappata via. Le ombre che si erano aggrappate al portale si dispersero, e l'aria sembrò liberarsi, riacquistando un freddo normale, non più intriso di magia oscura.

Il portale, privo del controllo del suo maestro, iniziò a richiudersi lentamente, svanendo in un vorticare di energia residua. La minaccia imminente del demone stratega fu contenuta, almeno per ora.

Quando Rosalina e Grimsley si avvicinarono alla finestra, il gelo nell’aria sembrava ancora più intenso. Da quella posizione sopraelevata, il cortile del tempio era chiaramente visibile, immerso in una leggera nebbia che sembrava emanare dal pozzo. Nonostante il rituale del cultista fosse stato interrotto, il portale nel pozzo sembrava ancora pulsare debolmente, come una ferita non del tutto richiusa.

Nel centro del pozzo, una leggera distorsione continuava a scintillare, segno che il passaggio non era stato completamente chiuso. Le pareti del pozzo riflettevano un bagliore innaturale, e dal fondo si levavano deboli sussurri, come se qualcosa stesse ancora cercando di attraversare il confine.

La magia di Grimsley aveva rallentato il processo, ma qualcosa di più era necessario per chiudere il portale definitivamente.

"Ehi Rosy, mi sa che il lavoro non è ancora finito. Ho la sensazione che dovremo trovare il bambino... o quel che ne resta."
Grismley tornò al cerchio del rituale e al cadavere del cultista. "È andato giù come un arcangelo senza Grazia" ridacchiò il demone. Poi si accucciò sul corpo scostandone la veste, cercando di capire se ci fosse qualche indizio su di lui o sui segni tracciati sul pavimento.
"Le tue antenne divinatorie ti dicono qualcosa?"

Esaminando il cadavere del cultista e i segni tracciati sul pavimento, Grimsley notò qualcosa di strano. I simboli magici, benché inizialmente sembrassero comuni segni di evocazione, erano intrecciati con altri che riconobbe essere legati a un antico rituale di sacrificio. Questi simboli non solo servivano ad aprire il portale, ma indicavano anche un secondo luogo dove il sacrificio doveva essere completato.

Frugando tra le vesti del cultista, trovò un piccolo ciondolo raffigurante una figura distorta, mezzo umano e mezzo demone. Sul retro del ciondolo, una piccola incisione indicava un luogo vicino: il sotterraneo del tempio. Era evidente che il rituale non si sarebbe completato lì dove si trovavano, ma che una parte di esso si era già svolta altrove, forse proprio dove si trovava il bambino o quel che ne restava.

L'indizio era chiaro: sotto il tempio, qualcosa di nascosto aspettava ancora di essere scoperto.

"Credo che la magia oscura di questi cultisti stia facendo a botte col tuo sesto senso da Suora" commentò Grimsley, guardandosi attorno. Perfino lui sentiva la magia oscura che permeava il luogo, un'energia in attesa, ma di cosa?
Del sacrificio del bambino, sussurrò qualcosa dentro di lui.
Lasciò la zona centrale della grande sala del tempio alla donna, camminando lentamente lungo il perimetro ed osservano alcove, statue e qualsiasi cosa si trovasse. Anche il più piccolo simbolo poteva essere un indizio, e sperava di trovare qualcosa di simile al medaglione che aveva recuperato.

Mentre Grimsley scrutava attentamente le ombre lungo le pareti del tempio, qualcosa attirò la sua attenzione. Tra le alcove decorate, una delle statue sembrava diversa, non tanto per il soggetto raffigurato, quanto per la base leggermente sollevata rispetto alle altre. Avvicinandosi, notò che dietro di essa vi era un antico meccanismo che, una volta spostata la statua con un piccolo sforzo, rivelò una scala stretta e buia che scendeva nel cuore della terra: il passaggio verso i sotterranei che stavano cercando. Sembrava proprio il tipo di luogo in cui nascondere un sacrificio o completare un rituale oscuro.

Per quanto riguarda il rito interrotto, Grimsley iniziò a comprendere meglio la sua natura. Il sangue del bambino era solo l'inizio. Lo scopo finale del rituale era di canalizzare un'enorme quantità di energia oscura attraverso il sacrificio innocente, aprendo completamente il portale e permettendo al demone stratega di manifestarsi nel piano materiale, con un potere superiore a quello che avevano previsto. Il cultista, tuttavia, aveva fallito nel completare il rito, ed ora l'apertura del portale era solo parzialmente stabile, una ferita tra i mondi in attesa di essere chiusa... o di essere sfruttata da qualcun altro.

Le scale erano ripide e scure, con solo qualche fioca luce che filtrava dall'alto, mentre Grimsley e Rosalina scendevano lentamente nel passaggio appena scoperto. L'aria diveniva sempre più fredda, come se ogni passo li avvicinasse al cuore di una profonda maledizione. Il suono dei loro passi riecheggiava nelle pareti di pietra umida, spezzando il silenzio opprimente.

Alla base delle scale, si apriva un lungo corridoio in pietra grezza, fiancheggiato da torce spente da chissà quanto tempo. Un odore di terra umida e muffa permeava l'aria, ma al di sotto di tutto ciò, c'era un sentore sottile di sangue, fresco e ferroso. Sapevano di essere vicini.

Avanzarono con cautela, e alla fine del corridoio, la tenue luce di alcune candele gettava ombre irregolari su un grande portone di legno. Sulla sua superficie, simboli di protezione erano stati tracciati e poi violati, segno che qualcuno era già passato. Oltre la porta, il suono soffocato di un debole lamento li fece trasalire: il bambino, o qualcosa legato a lui, era lì dietro.

Rosalina riuscì a frenare il suo istinto, fermandosi un attimo prima di gettarsi alla cieca attraverso la porta. Riuscì ad aprirla lentamente, senza fare troppo rumore, ma il cigolio dei cardini tradì comunque la sua presenza. Entrando di soppiatto, vide una figura curva su un altare di pietra, dove un bambino giaceva immobile. Il cultista sembrava concentrato su un ultimo atto del rituale, il coltello sollevato sopra di lui.

Nonostante la discrezione con cui si era mossa, il cultista sollevò la testa al minimo suono, ora consapevole che qualcuno si trovava nella stanza. Rosalina avrebbe potuto avere ancora qualche istante per agire, ma sapeva che ogni secondo contava.

Il cultista si era mosso con una rapidità sorprendente, scivolando via prima che Rosalina potesse colpirlo. L'arma colpì il vuoto e l'eco del suo fallimento sembrava risuonare nel sotterraneo. Ora il coltello del nemico era alzato, pronto a completare il rituale. Il bambino sembrava inerme sull'altare, la vita appesa a un filo.

Il tempo era agli sgoccioli, e Rosalina sapeva che solo un intervento rapido avrebbe potuto fermare l'inevitabile.

Tutto si mosse rapido, più rapido dei riflessi di Grismley. Quasi neanche si accorse che la donna aveva aperto la porta, per poi partire all'attacco. Solo il cigolio dei cardini, che distrusse il silenzio come un sasso contro una vetrata di una chiesa, lo scosse dal torpore.
Rosy si lanciò verso il cultista, pronto a infilzare il bambino come uno spiedo col suo pugnale ricurvo. Grimsley gridò, un grido inumano che perforò la realtà stessa: catturò lo sguardo dell'avversario per un solo istante, ma tanto bastava.
"Sei in mio potere!" Pronunciò con strani suoni e arcane sillabe, il suono che sembrava percorrere traiettorie e frequenze anomale.

"Getta quel pugnale!" Comandò quindi il Demone: l'uomo non potè fare altro che obbedire, quasi l'ordine provenisse direttamente dalla sua stessa mente.
"Inchinati a terra, di fronte a me." Proseguì Grismley, lo sguardo acceso da lingue di fuoco magico. "E ora dimmi tutto ciò che sai: chi sei, cos'è il tuo culto, dove vi riunite. Tutto, voglio sapere tutto."

L'uomo, ormai privo di volontà propria, obbedì senza esitazione. Il pugnale cadde a terra con un rumore sordo, e il cultista si inginocchiò lentamente davanti a Grimsley, lo sguardo vuoto, come intrappolato nella nebbia del suo stesso incubo.

La voce che ne uscì era rotta e sommessa, come se fosse costretto a scavare nelle profondità della propria mente per rispondere. "Io... sono solo uno strumento. Il nostro culto... veneriamo gli Antichi... vogliamo aprire le porte, perché loro possano tornare. Il bambino... è solo uno dei sacrifici. Le nostre riunioni... nella cripta... sotto il vecchio cimitero. È lì che tutto deve finire... o iniziare."

Il corpo tremava visibilmente, come se ogni parola gli richiedesse uno sforzo immenso, mentre attendeva il prossimo ordine o, forse, la propria fine.

Grismley fissò il cultista impotente, ma non era ancora giunto il momento di terminare la sua esistenza. "Ho detto che voglio sapere tutto. Quanti altri ce ne sono di voi? Quando vi riunirete la prossima volta? Cosa vi hanno promesso gli Antichi? Parla, mortale!" Per la prima volta da tempo Grimsley non sembrava più lo stesso: la sua vera essenza traboccava dal suo guscio mortale foraggiata dall'odio.

Il cultista sussultò di fronte all'ira di Grimsley, incapace di resistere al potere che lo teneva soggiogato. Il tremolio nelle sue mani si intensificò mentre cercava di rispondere. "Siamo... pochi... ma sufficienti. Cinque, forse sei. Ci riuniremo quando... il ciclo sarà completo. Presto, quando le stelle saranno allineate... nel giro di pochi giorni... non posso sapere esattamente."

La sua voce si fece ancora più flebile, come se ogni parola lo stesse svuotando. "Gli Antichi... ci hanno promesso potere... vita eterna... il dominio su questo mondo quando torneranno. Ma... non tutti sopravviveranno alla loro venuta. Il sacrificio... è necessario."

Il cultista abbassò lo sguardo, svuotato di ogni speranza.

Grimsley annuì, l'energia che tornava a quietarsi e rifluire nel suo corpo. Con estrema lentezza raccolse il pugnale da terra, poi si avvicinò al cultista, fermo ad attendere il suo destino. Con un singolo colpo terminò il lavoro, poi si chinò per pulire il pugnale. Fu a quel punto che gli venne l'idea.
"Rosy, quanto manca ad Halloween?"
Grimsley sgignazzò, mentre manipolava il corpo del cultista iniziando a levargli le scarpe.
"Abbiamo qui giusto due vesti da cultista, perfetti per Halloween, no?"
Il demone si voltò verso la donna, incrociando lo sguardo del bambino che era nel frattempo tornato cosciente. Lesse terrore nei suoi occhi, così gli donò il suo miglior sorriso rassicurante.
"Sei al sicuro, ora. Ti riporteremo alla tua famiglia, poi andremo a finire il lavoro."
Vide il bambino stringersi ancora di più alle vesti della suora: ma andava bene così, Grimsley sapeva che il suo ruolo non era quello dell'eroe, del poliziotto buono, dell'angioletto.

Qualche tempo dopo il duo era appostato al cimitero: erano tre notti di fila che controllavano la zona, lasciando l'auto poco distante ma non in vista. Entrambi indossavano le vesti da cultista ed i relativi ciondoli, nel caso fossero necessari; i cappucci erano ben calati sulla testa, e Grimsley era certo che Rosy tenesse la Naginata smontata tra le pieghe interne del mantello. Restarono in attesa, scrutando le stelle, attendendo il momento in cui i restanti cultisti si fossero palesati: il bambino era salvo, ma dovevano ancora impedire guai ben peggiori.